Insulti omofobi contro una coppia a Venezia. «Noi, offesi nella città della bellezza»

Minacciati con il coltello perché gay. A denunciare pubblicamente quanto accaduto in un post su Facebook che in poche ore ha fatto il giro delle piattaforme social scatenando indignazione

VENEZIA. Minacciati con il coltello perché gay. A denunciare pubblicamente quanto accaduto in un post su Facebook che in poche ore ha fatto il giro delle piattaforme social scatenando l’indignazione della rete e inanellando condivisioni e solidarietà, sono i protagonisti della vicenda, due giovani che stavano camminando lungo una calle. Siamo a Rialto, nel cuore di Venezia, a due passi dal canal Grande e da rivoli di turisti in cerca dello scatto perfetto.

Francesco e Luca, nomi di fantasia scelti per tutelare la loro privacy, martedì sera attorno alle 23.45 stavano tornando dalla biblioteca dopo una lunga giornata, fumandosi una sigaretta e chiacchierando tra loro. A un certo punto sono stati avvicinati da un gruppo di quattro ragazzi sulla ventina che ha iniziato a insultarli. «Guarda questi qua! Sicuramente sono due froci di merda». E’ iniziata così la loro disavventura, con un’aggressione verbale del tutto gratuita continuata in un’escalation di insulti al termine dei quali è spuntato il coltello. «Dopo aver risposto che eravamo fieri delle persone che siamo» scrive uno dei due giovani raccontando quasi in presa diretta «senza neanche avere il tempo di riprendere il nostro passo, uno di loro ci viene incontro e prende di mira Luca, dicendogli che gli romperebbe la faccia se non ci fossero state altre persone per strada e offendendoci con le più fantasiose espressioni omofobe». «Fino a qui tutto “normale”: un classico esempio di omofobia che purtroppo dilaga nella nostra società» continua il racconto.

«A un certo punto uno dei quattro ragazzi tira fuori un coltello, minacciando Luca nei peggiori modi possibili. “Frocio, vieni qui se hai coraggio”. “Oggi sei fortunato, stai attento”».

Le urla e le minacce sono continuate finché il gruppetto non se ne è andato. Nessun atteggiamento arrogante – specifica il giovane nel post - fastidioso o esibizionista, nulla di tutto ciò. «In quel momento eravamo due semplici persone che tornavano a casa dalla biblioteca, come ogni sera. Non parlavamo, non facevamo altro se non camminare e fumarci la nostra ultima sigaretta di quella lunga giornata. I quattro ragazzi sembravano perfettamente lucidi e coscienti di cosa stavano dicendo e facendo».

Poi lo sfogo: «Mi chiedo come sia possibile che nel 2018, in pieno centro storico di Venezia, città d’arte, città studentesca, luogo dove una miriade di culture, credenze, religioni e usanze si incontrano da secoli, possano accadere episodi di un livello di ignoranza del genere (perché questa è ignoranza allo stato puro, altra espressione per descrivere il tutto non mi viene in mente). E mi chiedo ancora come sia possibile venire minacciati per strada con un coltello per puro divertimento. Com’è possibile che nessuno dei passanti abbia accennato a prendere le nostre difese anche solo chiamando le forze dell’ordine?».

I due giovani si sono poi recati alla Questura per sporgere denuncia. In tantissimi hanno commentato il post e puntato il dito contro l'indifferenza dei passanti. «Sono molto addolorato come veneziano e come gay» scrive Marco, «non riesco a concepire che accadano sempre più spesso a Venezia questi atti non solo di inciviltà ma di pura cattiveria e, chissà, odio». «Sono tempi duri, c'è bisogno di tutto il nostro coraggio per venirne fuori» posta Ruggero, «denunciare pubblicamente l’accaduto è un atto di coraggio che serve ad andare in questa direzione». «Vergognoso e aberrante, mi dispiace molto che tu ti sia sentito in dovere di specificare che non stavate facendo niente. Tu e il tuo ragazzo avete il diritto di abbracciarvi e scambiarvi gesti di tenerezza come tutte le altre coppie del mondo».

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