Insulti e alunni colpiti coni libri: maestra di Caorle patteggia un anno
CAORLE. Ai bambini si sarebbe rivolta dicendo loro «che non avrebbero mai combinato niente nella vita, che erano sciocchi e avevano genitori ignoranti». Un piccolo sarebbe stato colpito con un libro, un altro con una tastiera del computer. Un altro ancora, che si era fatto la pipì addosso, sarebbe stato lasciato volutamente bagnato per ore, esponendolo allo scherno dei compagni. E ancora insulti agli allievi e schiaffi.
In classe si sarebbe creato un clima che avrebbe causato in una bambina disturbi psicologici per i quali erano stati necessari dei farmaci. Era il dicembre 2013, la maestra M.B., jesolana di 52 anni, insegnava in una scuola elementare di Caorle. Ieri l’ex insegnante, difesa dall’avvocato Andrea Angeletti, ha patteggiato un anno di reclusione, con la sospensione della pena, per maltrattamenti aggravati perché su minori di 18 anni. A dare il consenso all’accordo sulla pena tra la difesa e il pm Andrea Del Missier, il gup Rodolfo Piccin del tribunale di Pordenone.
M.B. è una ex docente dal momento che, dopo che i fatti oggetto del procedimento erano venuti alla luce grazie alle segnalazioni dei genitori e della dirigenza scolastica, aveva chiesto la sospensione dal servizio per essere messa in quiescienza ed ora è seguita da un amministratore di sostegno per una riconosciuta labilità mentale legata a una situazione familiare e sociale difficile.
Dopo le ripetute segnalazioni a carico della maestra, erano scattate le indagini che avevano portato gli investigatori ad installare le telecamere all’interno della classe per monitorare il comportamento dell’insegnante. Dall’osservazione dei video era emerso come, di fronte a una classe che durante le ore di quella maestra si scatenava, lei perdeva le staffe e si lasciava andare a strattonamenti, sgridate dai toni offensivi e quant’altro.
Tra gli altri episodi che la Procura di Pordenone contestava alla docente, quello di aver trascinato fuori dall’aula un alunno tirandolo per l’ orecchio. Il bambino avrebbe cercato di accendere la lavagna Lim contro il volere della maestra. In un altro caso, secondo le denunce presentate, l’insegnante aveva dato uno schiaffo a un alunno durante il pranzo in mensa. In un altro aveva lanciato una tastiera contro un bambino facendolo cadere e non preoccupandosi poi se il piccolo si fosse fatto male. Tutte le denunce sono confluite nel fascicolo oggetto del procedimento penale che è stato definito ieri mattina con il patteggiamento. Nessuna delle parti, né i genitori dei bambini né la stessa scuola, si erano costituite davanti al giudice.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia