Inquinamento alle stelle ma niente limiti ai falò d'Epifania

Gli incendi propiziatori si contano a centinaia in città e in provincia. Ecco i principali, ma anche i problemi che creano
NOALE:.BRUSA A VECIA:.6/1/12 LIGHTIIMAGE:
NOALE:.BRUSA A VECIA:.6/1/12 LIGHTIIMAGE:

MESTRE. Dopo il Natale cristiano arriva la Befana pagana con l’antico rito, legato a un mondo contadino che ormai non c’è più, con i tradizionali e inquinanti panevin, i simbolici falò di buon auspicio per il nuovo anno appena cominciato.

Per domani e per dopodomani, 6 gennaio, sono previste manifestazioni e falò in tutta la provincia, da Venezia, Mestre, Marghera e le altre Municipalità veneziane, e in molti comuni della provincia, da Noale a Musile, Quarto-Portegrandi, San Donà, Jesolo, Cavallino, Portogruaro, Spinea, Fiesso, Campolongo, Vigonovo, Camponogara, Campagnalupia, Noventa, Santa Maria di Sala e Meolo.


Quest’anno niente ordinanza. L’anno scorso, già prima di Natale il delegato all’Ambiente della Città Metropolitana, Valerio Zoggia, aveva firmato un’ordinanza che stabiliva regole severe per la realizzazione dei grandi falò del panevin, che in primo luogo dovevano essere debitamente autorizzati. L’ordinanza aveva il preciso scopo di garantire il contenimento dei livelli di concentrazione delle polveri sottili (Pm10) emesse durante la combustione della legna per i falò del panevin. Polveri che si sommavano e si sommano con quelle emesse dal traffico sulle strade, gli impianti di riscaldamento, le industrie, le stufe a biomasse e il traffico aereo e navale. Quell’ordinanza, che prevedeva l’esplicita autorizzazione su appositi moduli delle amministrazioni comunali competenti e rientrava nel “piano d’azione regionale” anti-smog che si prefiggeva di ridurre complessivamente l’impatto delle emissioni delle polveri sottili, causate dai falò dopo che negli anni precedenti era stato verificato dall’Arpav che proprio durante i falò del Panevin le concentrazioni di polveri sottili nell’aria erano da sei e dieci volte maggiori al limite di legge. Questa volta nessuna ordinanza è stata firmata in questo senso, malgrado i livelli di inquinamento da polveri sottili sono stati più consistenti e pericolosi, dal punto di vista sanitario, nel 2017 rispetto al 2016. A rigore di logica quest’anno le limitazioni dei falò della Befana avrebbero avuto ragione di essere riconfermate con misure ancora più drastiche, visti i pessimi dati del 2017 sulla qualità dell’aria forniti dall’Arpav.

L’anno più inquinato dal Pm10. Il 2017, infatti, si è appena chiuso con condizioni meteo eccezionali, a cominciare dalla scarsità di piogge nell’arco di tutto l’anno. Il superamento giornalierio del limite previsto dalle norme europee sulla qualità dell’aria (50 microgrammi al massimo di polveri sottili per metro cubo d’aria) nella centralina di riferimento del Parco della Bissuola a Mestre, si è verificato ben 77 volte, ovvero più del doppio del limite di 35 superamenti nell’arco di un intero anno, come vorrebbero le norme europee che sono la base della procedura di “infrazione” avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Ancora più grave il bilancio della centralina di monitoraggio dell’Arpa in via Tagliamento (prossima alla tangenziale di Mestre) dove i superamenti sono stati 94, quasi il triplo del consentito. Significativo il dato della centralina di Rio Novo, a Venezia, dove, malgrado sia entrata in azione solo all’inizio di settembre scorso, i superamenti del limite giornaliero sono stati 37, due in più del limite massimo consentito dei 35 valido per l’intero anno.

Tanti falò in città e provincia. Nel comune di Venezia quasi tutte le municipalità hanno organizzato manifestazioni e eventi per la Befana, in qualche caso con i falò, a cominciare da Marghera dove è prevista la tradizionale benedizione della pira o falò prima dell’accensione, e a Mestre nel Forte di Carpenedo dove è previsto i falò de “Brusemo ea Vecia” che sarà allestito su una zattera al centro del fossato militare. Ma la grande parte dei roghi previsti per il Panevin dell’Epifania del leone la fanno gli altri 43 comuni della provincia. Saranno, infatti, centinaia gli incendi di grandi cataste di legno e altre biomasse che domani sera o sabato arderanno in tutta la provincia. Ma alcuni spiccano, per l’altezza della pira o per la storia ormai decennale. È il caso del panevin che la locale sezione dei bersaglieri organizza da 40 anni a San Donà, nella golena del Piave. L’accensione avverrà domani alle 18.20, dopo che la fanfara dei fanti piumati avrà sfilato a passo di corsa per le vie del centro della città. Meritano una particolare menzione, per la suggestiva scenografia, due falò sul fiume: la casera sul Lemene di Concordia Sagittaria e il panevin sul Sile a Quarto d’Altino. Entrambi saranno accesi domani alle 20. Mentre sabato 6 gennaio, dalle 15, torna la celebre “Pirola Parola” di Noale, con un corteo storico di oltre cento figuranti che muoverà da piazza XX Settembre fino a piazza Castello e da qui raggiungerà la Rocca, per la presentazione dei borghi e il rito dell’accensione.

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