Inquilini delle “Case Bianche” esasperati

SOTTOMARINA. I residenti degli alloggi popolari di via Pigafetta dimenticati dal Comune. Gli abitanti delle cosiddette “Case Bianche”, protestano per lo stato in cui versano gli appartamenti, a loro dire fatiscenti.
Crepe, infiltrazioni d'acqua, muri scrostati, intonaci che si staccano, scalini rotti, porte danneggiate: una situazione di degrado che sta peggiorando sempre di più. Gli inquilini denunciano anche l'eccessiva lentezza negli interventi minori: quando si verifica qualche rottura, infatti, prima dell'arrivo degli operai si aspetta sempre troppo tempo. Per esempio, una signora è stata costretta a non farsi la doccia per alcuni giorni, perché gli operai tardavano a intervenire.
«Noi per il Comune non esistiamo - sostiene un’inquilina - la casa ha moltissimi anni e necessita di alcuni interventi di ristrutturazione. Ci sono pezzi di cornicione che ogni tanto cadono, tempo fa sono anche intervenuti i pompieri per mettere in sicurezza la zona, ma dopo il loro intervento nessuno ha provveduto a sistemare le parti danneggiate».
Anche il nuovo parcheggio sotterraneo di via Marco Polo, che sorge proprio di fronte alla casa in questione, ha provocato le ire dei residenti. Per adesso, infatti, sarebbe solo un ritrovo di drogati e qualche volta, sarebbe anche utilizzato da alcuni senzatetto che usufruirebbero perfino dei servizi igienici della struttura, visto che ignoti hanno sfondato la porta e nessuno ha mai provveduto alla sua sistemazione.
Ma la situazione si fa più critica quando gli sbandati che stazionano sul parcheggio, gettano rifiuti di qualsiasi tipo sulla via che permette l'accesso alle case popolari. Per non essere sommersi dalla sporcizia, quindi, gli stessi residenti sono costretti a pulire la strada. «Al Comune - conclude l'inquilina - vogliamo dire che esistiamo anche noi, non è possibile che, se una persona mi chiede dove abito, mi vergogni a risponderle che ho un appartamento alle Case Bianche. Noi non abbiamo la casa gratis, perché paghiamo regolarmente il canone di locazione, in base al nostro reddito, per questo pretendiamo che l'abitazione sia sicura e vivibile».
Andrea Varagnolo
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