Inizia la stagione delle "moeche", il piatto che trovate solo nella laguna di Venezia

Tra aprile e maggio i granchi di una specie lagunare fanno la muta e si presentano molli. Sono una prelibatezza la cui ricetta affonda nei secoli

VENEZIA. Un piatto da re, di quelli che quando te lo vedi portare ti viene l’acquolina in bocca e quando lo stai mangiando ti lecchi i baffi.
Eppure “moeche” e “masanete” sono piatti tipici delle famiglie che vivevano in laguna, della laguna e si cibavano solamente dei suoi prodotti. Burano, Pellestrina, Treporti, la Giudecca e Chioggia erano i posti dove le famiglie catturavano i granchi, li pescavano con apposite gabbie di legno tenute in acqua e aspettavano pazienti che arrivasse il primo tepore di primavera per poter avere il piatto della festa.

La gabbia in legno con cui si pescano le moeche
La gabbia in legno con cui si pescano le moeche


I granchi di laguna a Venezia sono infatti speciali: le moeche in primavera, tra aprile e maggio, e in autunno, tra ottobre e novembre, vanno in muta: abbandonano la propria corazza e si presentano molli. Per separarle si fa il “tamiso”: va fatto in barca, su una tavola rettangolare con solo tre bordi: le moeche finiscono in un secchio mentre gli altri granchi se ne possono tornare in acqua. In questo modo la pesca è meno impattante e si assicura alla laguuna l'adeguato livello di specie.

Il tamiso: ecco come si scelgono le moeche


Le masanete, invece sono ricercatissime a settembre, quando le femmine sono piene di uova.
Le moeche vanno ben preparate. Per farle fritte una ricetta è quello di metterle vive in una terrina piena di uovo sbattuto. Loro lo mangiano e poi, quando lo hanno consumato tutto, le si prende e si infarinano. Quindi si mettono a friggere in una padella di olio già bollente.
Pochi minuti e quando sono belle “bionde” sotto e rosse sopra le si asciuga e le si serve. Una spruzzata di sale, un vino bianco e secco. E buon appetito.

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