Ingresso della Basilica all'asciutto, iniziano i lavori
VENEZIA. Presto al via i lavori di impermeabilizzazione dell'area antistante oltre che del nartece (il prezioso ingresso con il pavimento in mosaico, ndr) della Basilica di San Marco per evitare che questa parte della città in cui si va sotto per l'acqua alta a quota 65 centimetri venga sommersa anche quando entrerà in funzione il Mose, che non scatterà prima di quota 110.
Lo annuncia il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin, confermando la volontà del Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto di finanziare l'intervento, che ha un costo contenuto, circa 2 milioni di euro.«I lavori dovrebbero partire nel giro di tre mesi», spiega Tesserin, «e l'intervento potrà essere realizzato nel giro di quattro mesi».
Se il cronoprogramma verrà rispettato dunque, prima dell'estate la parte frontale della Basilica potrà essere messo al riparo dalle acque alte. Spiega Tesserin: «Sarà un modo per dimostrare che è possibile cominciare a intervenire sull'impermeabilizzazione della Piazza anche a costi contenuti. Noi finanziamo il progetto, mentre il Provveditorato alle opere pubbliche coprirà i costi dell'intervento».
Il progetto è stato messo a punto, oltre che dall'architetto Mario Piana, proto di San Marco dall'ingegner Paolo Campostrini e i test già eseguiti dimostrano che è realizzabile. Consiste nell'isolare con delle valvole i canali di uscita e gli scoli dell'acqua piovana che in caso di marea sostenuta portano all'interno l'acqua dai tombini. In questo modo si recupererebbero almeno 20 centimetri, in attesa degli interventi di isolamento sulla superficie della Piazza. Ciò vuol dire ridurre le acque alte dentro la Basilica del 70%. Invece di andare sotto a 65 e dunque anche in condizioni di marea normale, l'acqua entrerebbe solo dopo aver superato gli 85. Trenta volte all'anno e non più 200 ore invece di 900 ore».
Già da inizio anno il nartece della basilica di San Marco, il prezioso porticato con mosaici e pavimenti bizantini tra la facciata e l'ingresso della chiesa, non va più "sotto" ad ogni acqua alta. Salvo fino a una quota di 85 centimetri, grazie agli interventi che sono stati completati di recente dalla Procuratoria. Quattro "tappi" in metalli preziosi e gomma che vengono posti sopra gli scarichi quando l'acqua cresce.In questo modo l'acqua che sale si distribuisce nel sottosuolo e non bagna più il mosaico.
Fino a pochi mesi fa il prezioso pavimento veniva allagato a ogni marea superiore a 70 centimetri. In estate l'acqua non è mai arrivata. Soluzione semplice, che ha consentito dopo vari studi sulla pressione e la tenuta dei materiali, di bloccare l'entrata della marea dal sottosuolo. I tombini di scarico erano stati introdotti durante i restauri del secolo scorso dell'architetto Forlati.
Con il blocco degli scarichi è stato possibile anche rimuovere le ingombranti passerelle che deturpavano la splendida prospettiva del nartece, dove sono esposti splendidi e preziosi marmi policromi come il porfido rosso, il verde antico e il nero di Aquitania. Davanti al vecchio portale che prima della costruzione del nartece, nel XII secolo, era la porta principale della chiesa.
Ma ora - come annuncia Tesserin - partiranno anche i lavori di messa all'asciutto dell'area della Piazza antistante la Basilica. Idea che era sul tavolo da anni, da sempre scartata in favore di interventi più costosi e hard progettati dal Consorzio Venezia Nuova, come l'isolamento completo della Piazza e la posa di un'enorme guaina. Adesso i tempi per mettere all'asciutto fino a una certa quota (110 centimetri sul medio mare) la parte antistante la Basilica sono maturi.Resta il problema generale dell'impermeabilizzazione di piazza San Marco, abbandonato in passato per i suoi costi, ma su cui ora si sta ragionando con una diversa prospettiva di intervento.
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