«Infortuni mortali in aumento, ora basta»
Nel Veneziano è allarme per la crescita delle morti bianche. Lo scorso anno nella nostra provincia gli incidenti mortali nei luoghi di lavoro sono stati 17, due in più rispetto al 2016. Per contro, si assiste a una diminuzione degli infortuni: nel 2017 ne sono stati denunciati 12.208, mentre nel 2016 le denunce erano state 12.400. Il calo, dunque, è di 192 infortuni, pari a una riduzione percentuale dell’1,5%. I dati sono stati elaborati dalla Cgia di Mestre, proprio all’indomani dell’ennesima tragedia sul lavoro costata la vita a Daniele Zamuner, 54 anni, di Portegrandi, operaio alla ditta Zanutta di Dosson di Casier.
Le statistiche diffuse dall’ufficio studi della Cgia sono basate sui dati rilevati mensilmente dall’Inail. Va precisato che si tratta di numeri provvisori, perché i primi dati definitivi saranno disponibili solo a metà di quest’anno. Ma il dato è incontrovertibile: nel Veneziano le morti sul lavoro sono in aumento. Su base annua, comunque, il quadro statistico degli infortuni, segnalano dalla Cgia, è in miglioramento. Tra il 2016 e il 2017, infatti, si è registrata una forte diminuzione degli incidenti soprattutto nell’agricoltura (-11,8%) e nell’artigianato (-7,6%).
«Un paese civile e moderno non può accettare le morti sul lavoro e questo numero così elevato di infortunati. Tali sciagure», commenta il presidente della Cgia, Roberto Bottan, «vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso ai subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza. La posizione delle piccole aziende è chiara: la sicurezza nei luoghi di lavoro è un valore irrinunciabile. Gli artigiani lo sanno benissimo, visto che lavorano fianco a fianco con i propri dipendenti. Tuttavia vanno assolutamente eliminate le procedure puramente formali che non aiutano nessuno». La Cgia sottolinea che la sicurezza non può essere solo un fatto di timbri e scartoffie. Ma va perseguita ogni giorno nei cantieri con l’informazione, l’addestramento dei lavoratori e il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti che vi operano e anche di quelli che hanno il compito di vigilare, come Spisal, Inail e vigili del fuoco. «Qualcuno potrebbe interpretare la richiesta di diminuire la mole di adempimenti burocratici come una riduzione dei livelli di sicurezza, ma non è così», assicura Bottan, «basterebbe, da parte del legislatore, incentivare maggiormente gli interventi di sostanza e limitare al minimo le pure formalità burocratiche». Se il Veneziano non ride, il Veneto e l’Italia piangono.
L’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro di Vega Engineering rivela che nel 2017 le morti bianche in Italia sono state 1.029, con una media di quasi 86 morti al mese. I decessi sul lavoro hanno fatto registrare una crescita dell’1,1%, visto che nel 2016 i casi erano stati 1.018. Il Veneto si posiziona al terzo posto con 61 decessi, preceduto solo da Lombardia ed Emilia Romagna e seguito da Piemonte e Lazio.
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