Influenza, è passato il picco per i bambini
«Sì, speriamo che stia passando. Anzi, sta passando, perché tutti i segnali sono buoni». Giovanni Battista Pozzan, primario del reparto di Pediatria dell’ospedale dell’ Angelo, è la "sentinella" numero uno dell’andamento della stagione influenzale nelle nostre zone, non solo per i bambini. «Certo i bambini sono i primi», spiega, «sia per il fatto di stare negli asili o a scuola, sia per le cattive abitudini delle famiglie».
La settimana dal 12 al 19 febbraio è stata la peggiore. Tanti bimbi malati e complicanze, tra cui bronchioliti dei neonati, per cui in alcuni casi si chiede ricovero e terapia di ossigeno. Tanti casi che hanno fatto avvicinare il suo reparto alla "zona rossa". Secondo alcuni pediatri di base si è arrivati vicini al limite. «Sì, è stata dura specie nei weekend», spiega Pozzan, «ma ce la siamo cavata».
Dal venerdì pomeriggio, infatti, il servizio dei pediatri di base si ferma, lasciando il campo alla guardia medica dei bambini, il cosiddetto "servizio di continuità pediatrica" con conseguente aumento di accessi al pronto soccorso. Nel fine settimana del 11-12 febbraio quindi il reparto è stato in affanno. «Beh, abbiamo corso», dice Pozzan, «ma in questo caso ci rivolgiamo agli ospedali vicini che sono della stessa Usl. Quindi riusciamo sempre a fare fronte alla domanda di cura».
Il reparto di Mestre è quello con gli accessi più alti. Ciò è dovuto in parte al fatto che l’Angelo ha una Neonatologia che richiama pazienti da fuori bacino e ha superato i numeri dello scorso anno. Questo significa anche aumento di casi da trattare. Ma un picco di bimbi colpiti da influenza può essere dovuto ad altri fattori? Uno dei più bravi pediatri di Venezia è ora, purtroppo, in pensione, ma l’esperienza accumulata da Carlo Neidhardt non è andata dispersa: «Siamo di fronte a un picco come non si vedeva da anni», spiega Neidhardt, «e questo potrebbe essere collegato al fatto che da anni non avevamo un’influenza così forte, e che quindi i sistemi di difesa dei bambini non erano più preparati all’aggressività di un virus del genere, molto potente e che crea parecchio malessere, ma non più pericoloso degli altri. Ora mi pare che si stia esaurendo per i più piccoli, quelli in età da asilo nido, per intendersi, e stia aumentando tra i più grandicelli. Le famiglie ne tengano conto e sappiano che è un fatto normale, da affrontare senza troppe paure senza correre subito al pronto soccorso anche se, ripeto, quello di quest’anno è un ceppo fastidioso. L’informazione ai genitori è molto importante».
Ma può una famiglia "prepararsi"? Esiste cioè una prevenzione da un virus? «Beh, esiste una prevenzione dalle complicanze, ovviamente», spiega Pozzan, «se un bambino è asmatico, ad esempio, noi consigliamo il vaccino. Ma alcuni fattori e stili di vita familiare moltiplicano i casi».
Quali? «Beh, se il bambino va all’asilo nido o se lo porto nei centri commerciali, invece che al parco o una mattinata in montagna, non posso sperare che non si ammali. Se una famiglia vuol fare un investimento nella salute dei piccoli scelga una settimana bianca in posti innevati».
Quando si esaurirà il picco dell’influenza di quest’anno?
«Guardi noi siamo molto attenti ai numeri. Nell’ultimo mese abbiamo avuto un boom di accessi al pronto soccorso, ma in quest’ultimo weekend gli accessi sono diminuiti. Buon segno».
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