Infermiere, professione sicura «Lavoro garantito ai neolaureati»
MESTRE. Dopo un lungo stallo, si sblocca il mercato del lavoro per i nuovi infermieri. Una notizia positiva che però non cancella la carenza – ormai cronica – di operatori sanitari rispetto alla media europea. Dall’ultimo concorso di qualche mese fa, già 120 sono le assunzioni registrate nell’Usl Serenissima, con la previsione di un ulteriore incremento per il prossimo anno, legato soprattutto a numerosi pensionamenti. Lo ha comunicato Luigino Schiavon, presidente del Collegio provinciale dell’Ipasvi, presente ieri a Mestre per la cerimonia di accoglimento dei neolaureati in infermieristica.
Dopo la lettura simbolica del “Patto tra infermiere e cittadino”, ai 78 ragazzi delle sedi distaccate di Portogruaro, Mestre e Mirano, è stata consegnata la tessera professionale. Molti gli assenti che, a dieci giorni dalla laurea, già hanno iniziato a lavorare. «C’è stato un significativo incremento dell’occupazione» ha dichiarato Schiavon «e secondo me entro la prossima primavera tutti i neolaureati troveranno lavoro. Il trend è in crescita, e sarà così anche nei prossimi anni».
Durante la cerimonia all’hotel Bologna, sono stati letti alcuni dati Ocse a proposito del settore infermieristico. Tra questi, il numero medio di infermieri in Italia ogni mille abitanti è di 5,4, rispetto ad una media europea di 9 (con i picchi di Svizzera e Norvegia intorno ai 18). Una carenza da leggere in contrapposizione al numero di medici in Italia, superiore all’Europa: 3,8 contro 3,4. Troppi medici e pochi infermieri la tesi dell’Ipasvi, soprattutto in determinati settori (come l’assistenza domiciliare e nelle case di riposo). E ancora: se la media nel continente è di 2,8 infermieri per ogni medico (il primato è della Finlandia con 4,6), in Italia siamo a 1,4. Ogni centomila abitanti, poi, sono 20,6 i giovani neolaureati in infermieristica, contro una media europea quasi il doppio più alta: 46, con il gradino più alto occupato ancora una volta dalla Svizzera (93).
A giudicare la tendenza degli ultimi anni, però, un recupero sembra possibile: dal 2000 fino a oggi, il numero di iscritti alla facoltà è passato da 4mila a più di 6mila (quest’anno 6.428 nuove matricole, di cui l’80% donne e il 20% uomini). Oltre a raggiungere i livelli europei fotografati dall’Ocse, tra gli obiettivi dell’Ipasvi c’è anche quello di collaborare con la Regione per valorizzare le competenze degli operatori sanitari.
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