Infermiera investita dal robot, chiede i danni all'Asl

Colpita in un corridoio dell'ospedale dell'Angelo dal robot che trasporta i carrelli delle mensa. Aveva ricevuto diversi colpi ed era stata costretta a una lunga riabilitazione. Ilrobot era senza blocco automatico
L’Ospedale dell’Angelo dov’è avvenuto l’infortunio sul lavoro
L’Ospedale dell’Angelo dov’è avvenuto l’infortunio sul lavoro
MESTRE. Un'infermiera dell'ospedale all'Angelo è stata investita in un corridoio del nosocomio mestrino dal robot che trasporta i carrelli delle mensa e ora chiede al giudice del lavoro di Venezia di condannare l'Asl 12 a pagarle poco più di 25 mila euro per risarcire i danni. I suoi legali, gli avvocati Valter Duse e Roberta Orlandi, hanno già depositato il ricorso ed ora verrà fissata l'udienza.


I fatti segnalati al Tribunale sono accaduti nel primo pomeriggio del 10 ottobre dello scorso anno. L'infermiera, 43 anni, in servizio presso il reparto Nido della Pediatria, era nel piano sotterraneo dell'ospedale, dove ci sono gli spogliatoi. Dopo essersi cambiata - ha raccontato - aveva aperto la porta verso l'esterno, porta che dà sul corridoio. Proprio perchè coperta in parte dalla porta, non aveva potuto avvedersi in tempo dell'arrivo del robot che trascinava i pesanti carrelli.


Così, veniva investita. Nel ricorso gli avvocati spiegano che il robot ha il compito di trasportare i carrelli ricolmi di piatti contenenti le vivande della mensa ed è in grado di muoversi liberamente lungo i corridoi. L'altezza è di circa due metri: il motore (quello che viene comunamente chiamato robot) pesa 350 chili, con i carrelli si arriva a 600 chili circa. Aiutata dalle colleghe, l'infermiera era stata accompagnata al Pronto soccorso e alla fine della vicenda, nel febbraio scorso, il medico legale che l'ha visitata ha scritto che aveva riportato politraumatismo contusivo, distorsione della rachide cervicale, distorsione della caviglia sinistra e schiacciamento delle dita del piede destro. Tanto che per alcuni mesi aveva dovuto restare a casa.


La responsabilità dell'Asl 12, stando al ricorso dei due legali dell'infermiera, sarebbe evidente per due motivi: fino al giorno dell'incidente nessuna segnalatica era stata apposta negli spogliatoi del personale e nel corridoio in cui si affacciano e che il robot percorre quotidianamente, segnaletica che è comparsa solo dopo quello che è accaduto il 10 ottobre 2010; inoltre, il robot non era dotato di alcun dispositivo automatico di blocco in caso di collisione, tanto che quel giorno motore e carrelli hanno prosaeguito come se nulla fosse accaduto dopo essere passati sul piede dell'infermiera.


Per gli avvocati Duse e Orlandi, quindi, l'azienda sanitaria veneziana va condannata perchè ha violato le norme antinfortunistiche, in particolare quella che obbliga il datore di lavoro di adottare tutto le misure atte a proteggere il lavoratore dai rischi connessi all'impiego delle attrezzature e dei macchinari. La 43enne infermiera ha già in parte incassato un indennizzo versatole dall'Inail, ma ora chiede un maggiore risarcimento sia per il danno patrimoniale sia per quello biologico. Gli avvocati sottolineano che il risarcimento è dovuto anche per la lunga durata della malattia e per la necessità che l'infermiera ha di ricorrere ancora a cure mediche.

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