Infarto al mare, ma è una prova

Sottomarina. Spettacolare esercitazione del Suem e della Capitaneria di porto alla diga di San Felice
Di Elisabetta B. Anzoletti

SOTTOMARINA. Marito in arresto cardiaco, moglie colta da malore per lo spavento mentre passeggiano sulla diga foranea di San Felice. Un caso simulato ieri mattina durante un’esercitazione che ha coinvolto il Pronto soccorso e la Capitaneria di porto per testare tempi e modalità di intervento in quella che si presentava come un’emergenza (sanitaria) in un’emergenza (location difficilmente accessibile).

Il test ha coinvolto un medico, quattro infermieri e un coordinatore del Pronto soccorso, sotto la supervisione del primario Andrea Tiozzo, e una decina di militari della Guardia costiera, diretti dal tenente Francesco Gaberscek. «Si è voluto sperimentare l’intervento in un contesto particolarmente difficile», spiega il primario, «dato che la zona di San Felice è sotto il controllo della Marina Militare, quindi inaccessibile, e richiede autorizzazioni per poter aprire i cancelli. Il test ha visto l’interazione di quattro soggetti: il 118, il Pronto soccorso di Chioggia, la centrale operativa della Capitaneria, il farista. Per estremizzare la situazione abbiamo deciso di rendere indisponibile l’elisoccorso così da testare i tempi del nostro parco mezzi». Con il progetto “Vacanze sicure”, l’Asl 14 dispone sulla spiaggia di una moto medica (presente da 15 anni), utilizzata soprattutto in caso di traffico congestionato e due quad (uno fermo in zona Diga, l’altro a Isola Verde, entrambi dotati di barella).

La simulazione è iniziata alle 10.30 con la chiamata al 118 di una donna che avverte che il marito, cardiopatico, si è accasciato a terra in stato di incoscienza. La centrale operativa del Suem avvisa il Pronto soccorso e l’infermiere che si trova nell’ambulatorio in diga che parte con il quad; la Capitaneria che manda sul posto un gommone e il farista perché possa aprire i cancelli e permettere di utilizzare il compendio del Forte per accelerare i soccorsi. Pochi istanti dopo si sente male anche la moglie che si accascia al suolo. Un passante chiama il 118 e lancia il nuovo allarme. Pochi minuti dopo arriva l’infermiere col quad che corre a prestare soccorso all’uomo, eseguendo le manovre di rianimazione. Tre minuti ancora e arriva la moto con il medico e un’infermiere e subito dopo l’ambulanza con altri due infermieri.

Il medico si occupa del paziente in arresto cardiaco eseguendo la defibrillazione e un elettrocardiogramma che viene spedito online al Pronto soccorso. I due infermieri si occupano della donna, che nel frattempo ha ripreso conoscenza. Alle 10.55 l’uomo viene caricato in ambulanza diretto all’ospedale, la donna invece viene portata dentro il Forte e caricata sul gommone della Capitaneria nella porta est, dotata di pontile. Alle 11 entrambi sono in Pronto soccorso.

«Tutto si è svolto per il meglio», spiega Tiozzo, «i tempi sono più che buoni se si tiene conto della location molto particolare». Un test decisamente complesso per i paramedici, che hanno dovuto operare in luoghi difficili da raggiungere, e senza elisoccorso.

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