«Industria e turismo possono convivere»
Vincenzo Marinese incoronato con il 96% dei consensi alla presidenza dell’associazione che ha unificato Venezia e Rovigo
«Far rinascere Porto Marghera facendo convivere in armonia ambiente, industrie manifatturiere, imprese del terziario, attività portuali e turismo, rilanciando la concertazione nel territorio della Città metropolitana». Un’impresa difficile ma non impossibile per il neo-presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese, eletto ieri con il 96% dei consensi dalle quasi 1.600 imprese iscritte all’associazione, con la “benedizione” del presidente nazionale Vincenzo Boccia e del presidente regionale Matteo Zoppas.
Al suo fianco sono stati designati due vicepresidenti: Fabrizio Trevisiol della Lafert spa di San Donà e Luca Fabbri della Fincantieri spa di Marghera. Entrambi – come ha ricordato ieri Marinese nella sede di Confindustria al Parco Vega di Marghera – rappresentanti delle industrie manifatturiera «che si sanno misurare con i mercati internazionali, imprese per noi fondamentali, come lo sono le imprese del terziario capaci di crescere qualificare il nostro territorio». Il neopresidente, dopo le votazioni, ha ringraziato i suoi colleghi imprenditori di Venezia e Rovigo, «due territori con una grande vitalità che viene dalla forza del tessuto economico delle due province».
Vincenzo Marinese – nato a Palermo 48 anni fa, specializzato in International Business alla Hamline University (Usa) e in Management per le piccole e medie imprese alla Luiss, attuale amministratore della Sirai srl di Marghera – prima di diventare presidente aveva ricoperto l’incarico di vice presidente per due mandati consecutivi.
Ringraziamenti.
Un ringraziamento particolare lo ha voluto fare ai suoi predecessori: Gian Michele Gambato che è stato reggente dell’associazione negli ultimi mesi, Matteo Zoppas promosso alla presidenza regionale di Confindustria e Luigi Brugnaro, patron di Umana e attuale sindaco di Venezia.
Gli obiettivi.
«Mi metto a disposizione delle imprese per tradurre le loro istanze e i loro bisogni in risposte efficaci e tempestive» ha sottolineato in conferenza stampa «il mio obiettivo è fare in modo che Confindustria sia una casa comune in cui trovare rappresentanza e soluzioni concrete alle necessità quotidiane delle nostre imprese, intercettando in modo duraturo i segnali di ripresa economica che stiamo registrando dopo la lunga crisi che abbiamo dovuto affrontare».
Rispondendo alle domande dei giornalisti Marinese ha ricordato che il «riconoscimento di Venezia come Area di crisi complessa è una grande occasione per attrarre investimenti, grazie agli incentivi previsti dalla legge». Sull’ipotesi delle grandi navi in Prima zona industriale a Marghera, proposta dal sindaco Brugnaro e dal presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino, Marinese ha precisato che «c’è un disegno strategico e la loro eventuale presenza a Porto Marghera non toglie la possibilità di sviluppo delle altre realtà industriali dell'area che possono benissimo convivere armonizzando le anime produttive e commerciali del territorio». Infine, ha voluto chiarire gli obiettivi chiave della sua presidenza: «centralità dell’impresa come punto cardine della rappresentanza di Confindustria; modernizzazione del territorio veneziano e rodigino con una forte capacità progettuale per attrarre nuovi investimenti finalizzati ad una crescita sostenibile; coesione tra i protagonisti dell’Area metropolitana per identificare le componenti di sviluppo per il nostro territorio; organizzare le filiere produttive e innovare per recuperare competitività e mercato; il turismo come asset importante per il nostro territorio; investire sulla cultura e la destagionalizzazione; tutelare e sviluppare i distretti industriali; far convergere gli interessi della grande e piccola impresa considerando che la grande industria è strategica per le piccole e medie aziende e viceversa; ottenere una riduzione dell’impatto fiscale e aprire un dialogo del tutto diverso per l’accesso al credito; integrare i servizi con l’obiettivo di rafforzare la struttura associativa e contenerne i costi».
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