Industria 4.0, patto Atenei-Vega per aprire il Competence center
Il risanamento del Vega di Porto Marghera passa attraverso nuovi progetti per l’innovazione. L’area del Vega di Porto Marghera, 28 ettari nella prima zona industriale, cerca di cambiare pelle e stringe nuove alleanze con il mondo dell’università, che ora è un vicino di casa importante. Il campus di Scienze ambientali di Ca’ Foscari si sviluppa al di là di via della Libertà, negli spazi di via Torino. E programma di allargarsi con nuovi laboratori e una residenza universitaria. Ricercatori e sette start-up del Vega collaborano già con Iuav e Ca’ Foscari. Uno sviluppo da cui non vuole sentirsi tagliato fuori il Vega, avamposto di tutti i progetti di sviluppo del waterfront di Marghera. Duecento aziende insediate, 1.700 dipendenti (per il 70% giovani); 80 mila metri quadri di laboratori, uffici e spazi per il terziario; un incubatore che ha fatto nascere 28 start-up. Al Vega si lavora con l’università per intercettare parte dei 600 milioni di fondi europei per lo sviluppo regionale e incrementare la competitività delle imprese. Altri fondi dall’Europa permettono di attivare, con finanziamenti da 30 mila a 200 mila euro attesi nel 2017, 13 nuove imprese. «Ora è il momento che il territorio faccia squadra per un importante passo avanti», spiega Tommaso Santini, amministratore delegato di Vega che cerca di risanare la società, evitando i (tanti) errori del passato. Come? Con il piano del governo, “Industria 4.0” lanciato dal ministro Calenda.
Il Centro delle competenze. Obiettivo fare del Vega un luogo capace di generare nuovi posti di lavoro e nuova imprenditoria, puntando sul capitale umano. Nel piano Industria 4.0 sono previsti nelle aree metropolitane dei Competence Center, strutture che si occupano di tecnologie per le imprese, che forniscono competenze e abilità per progetti e programmi di supporto alle imprese, che aiutano i manager a formarsi al meglio. Gli atenei veneti sono già avanti: si sono uniti,capofila l’Università di Padova, per lanciare il progetto “Venice innovation Hub”, che vede il Vega come primo centro d’insediamento di attività di questo tipo. Poi ne nasceranno altri a Verona e Padova.
Attesi 12 milioni. «Vega già lavora da tempo con le università veneziane, Ca’ Foscari e Iuav, per esempio sull’alternanza scuola/lavoro. La “challenge school” si è già spostata al Vega da un anno. Con il campus di via Torino abbiamo potenziato la collaborazione e sono nate nuove imprese “spin off”. Ora da due anni lavoriamo al Competence Center assieme al Comune, alle università, alla Camera di commercio. Siamo in attesa di capire se i finanziamenti nazionali previsti dal decreto Industria 4.0 saranno confermati dalla legge di Stabilità: si tratta di 100 milioni di euro che potrebbero portare a Marghera dai 12 ai 15 milioni di euro in tre anni. Poi ci sono i fondi del Mise, quelli della Cassa depositi e prestiti e delle istituzioni locali e delle aziende private che vogliono investire in innovazione nel territorio. Penso in particolare al bacino manifatturiero veneto che ha saputo portare il suo export a 60 miliardi nel 2016. E ci sono facilitazioni previste nelle linee guida del Piano degli interventi del sindaco Brugnaro. Il Comune si ritaglia un ruolo di regia». Ci lavora il delegato Battistella con una stanza al Vega.
Nel 2017 si va in gara. L’attuale crisi di governo non rasserena ma nei primissimi mesi del 2017 è prevista la messa a gara degli spazi di Competence Center e, dice Santini, «dovrà nascere un soggetto che si candidi alla gestione di questo nuovo spazio per le aziende, le start-up e la innovazione dentro al Vega».
Gli edifici. Vega mette a disposizione gli spazi: la torre Hammon, struttura di cinque piani, che ospiterà gli uffici del trasferimento della conoscenza e gli uffici amministrativi e la Porta dell’innovazione, tra i primi edifici nati al Vega dagli anni Novanta ad oggi. Poi gli edifici Pegaso e Antares ospiteranno parte del progetto.
Rivoluzione viaria. L’Area tra via Torino e via delle Industrie è coinvolta anche da importanti cantieri viari. Valgono 24 milioni i lavori per collegare via Torino al con una grande rotatoria a raso all’altezza del ponte e le auto in via della Libertà che dovranno correre in trincea da e per Venezia. «La progettazione esecutiva è in corso e i cantieri sono previsti tra 2018 e 2019», ricorda Santini. E poi la ciclabile Vega-Pili per collegare Mestre al ponte della Libertà (costo un milione e mezzo di euro con cantieri affidati alla impresa Rossi Renzo di prossimo avvio). E ancora la nuova fermata Sfmr di Porto Marghera (7,6 milioni di investimento di Comune e Rfi) per il quale si attendono fondi dal piano Periferie del governo.
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