Indipendenza del Veneto Maggioranza spaccata
JESOLO. Indipendenza del Veneto, passa tra le polemiche la richiesta di referendum presentata dall'ex sindaco, Renato Martin. La maggioranza si divide, con i consiglieri del Pd contro la richiesta e gli ex Pdl a favore assieme al resto dell'opposizione. L'astensione del sindaco ha lasciato libertà di scelta ai consiglieri di maggioranza, formata da Pd e dal Pdl che oggi si divide tra chi è entrato in Forza Italia e chi è entrato nel nuovo centrodestra di Alfano. I temi caldi dell'indipendenza riaccendono il dibattito, in una città che ai tempi di un certo indipendentista haideriano Fabrizio Dal Col aveva tentato addirittura la strada dell'indipendenza della città di Jesolo. «L'ordine del giorno è illegittimo», sentenzia Damiano Mengo del Pd, «perché contraddice l'articolo 5 della Costituzione italiana, che sancisce l'italia unica è indivisibile. Un'amministrazione regionale come quella veneta sta tentando con un colpo di mano inaudito per mascherare i problemi che non riesce ad affrontare con un misero tentativo demagogico e strumentale che ha lo scopo di gettare negli occhi dei cittadini una cortina di fumo atto a giustificare la mancanza di misure che non sono stati in grado di adottare. Lo stesso Zaia è stato ministro della Repubblica: è mai giunta voce che avesse affrontato nelle sedi della tanto vituperata Roma il tema dell'indipendenza delle regioni? A noi no. Non mi pare che la giunta veneta si sia mai data da fare per eliminare le provincie, anche solo con una proposta. Siamo in tempi di aggregazione di comuni, di Città Metropolitane, di territori che sono inscindibili ormai gli uni dagli altri. Jesolo ha dovuto subire recentemente con l'istituzione di un referendum sulla sua indipendenza, referendum miseramente fallito, e il cui promotore per giustificarsi ha dato al colpa alle istituzioni comunali. Per inciso, la consultazione costò 30.000 euro. Martin, ex sindaco leghista e poi haideriano, Giorgio Pomiato, consigliere della Lega, e l'ex An Bison, così fedele al tricolore, si sono schierati a favore della inutile consultazione referendaria mascherandola con la necessità di concedere al popolo di esprimersi riguardo all'indipendenza, adducendo termini di democrazia, mentre la realtà è che questo referendum è illegale e chi lo sostiene è in malafede». Il sindaco, Valerio Zoggia, si è astenuto.
«Io mi sono astenuto», precisa Zoggia, «mentre i consiglieri comunali si sono espressi liberamente e secondo la loro volontà. Io ritengo che sia stato dato un voto non tanto per il sì o il no, ma alla sola richiesta di referendum, perché poi i cittadini decidano democraticamente e liberamente e si esprimano. Questo lo spirito dell'ordine del giorno e del voto».
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