Indipendenza del Veneto, il governatore Zaia: «Favorevole a un referendum»
VENEZIA. È iniziata nell'aula di Palazzo Ferro-Fini, sede del consiglio regionale, la discussione sulla proposta di indire un referendum consultivo regionale sull'indipendenza del Veneto. Prima di entrare in aula, il presidente della Giunta, Luca Zaia, ha chiarito la sua posizione: «Il passaggio odierno - ha detto - è fondamentale non tanto per dire se è favorevoli o meno all'indipendenza, quanto se lo si è al fatto che i veneti siano ascoltati. Cosa alla quale io sono assolutamente favorevole, per una questione di civiltà, democrazia e rispetto delle idee di tutti, anche perchè magari la maggioranza degli elettori dirà poi di no all'indipendenza».
Zaia, che ha collocato «in direzione di questa libertà di pensiero» la mancata partecipazione alla seduta di alcuni assessori, come Giorgetti, ha quindi lanciato una provocazione, ribadita anche in aula. «In Svizzera quasi tutte le settimane si fa un referendum per audire i cittadini, mentre noi ci troviamo qui in Consiglio regionale a più riprese. Non dobbiamo dimenticare quel che diceva Rousseau, nel suo contratto sociale: noi siamo i delegati a rappresentare i cittadini. Bisognerebbe approfittare di un referendum come questo per sentirli anche su altri temi».
L'Italia dei Valori: "Un modo per buttare via soldi". “Parlare di indipendenza – dice il segretario regionale dell’IdV Gennaro Marotta – vuol dire prendere in giro i veneti, perché fare una consultazione significherebbe solo buttare via soldi, per un progetto non attuabile. L'incostituzionalità del progetto è palese. Voteremo contro perché crediamo che il Veneto non debba essere indipendente. La nostra regione è e sarà una parte importante e fondamentale di questa Italia che, per Costituzione, è una e indivisibile. La soluzione ai nostri problemi non sono chimere fantasiose che si pongono fuori dal contesto storico, ma casomai un approccio moderno al federalismo, anche fiscale, cui dovremo puntare, con i territori che possano mettere a frutto quanto raccolgono dalla fiscalità dei loro cittadini”.
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