Indennità dimezzata a 25 mila stagionali

I sindacati scrivono ai sindaci del litorale: «Bisogna correggere l’errore del Governo o la crisi sarà ancora più pesante»
Di Gianni Favarato

La stagione estiva sul litorale veneziano è appena agli inizi ma già fa discutere e soprattutto spaventa il rischio per circa 20/25 lavoratori stagionali (come bagnini, camerieri, baristi e il resto delle figure professionali esistenti) di perdere buona parte dell’indennità di disoccupazione per il periodo invernale. Un periodo durante il quale le possibilità di trovare un’altra occupazione sono quasi del tutto inesistenti e l’Agenzia del Lavoro, promessa dal governo per promuovere la ricollocazione dei disoccupati, non si vede ancora all’orizzonte.

I sindacati di categoria dei lavoratori sono sul piede di guerra e si preparano a protestare anche su questo il prossimo 15 aprile, giorno in cui è stato indetto da Cgil, Cisl, Uil uno sciopero nazionale per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da venti mesi. «Se entro settembre prossimo non troveremo una soluzione equa anche per chi lavora nel turismo, come è già previsto per gli stagionali dell’agricoltura» dice Paolo Baccaglini della segreteria Filcams-Cgil «il prossimo inverno avremo un grave e nuovo problema sociale da risolvere, visto che gran parte degli stagionali che lavorano d’estate sul litorale, da Chioggia a Bibione passando per Venezia, Cavallino e Jesolo, si ritroverà disoccupato e con un’indennità dimezzata, senza altre possibilità di lavoro se non quella di cercare di sopravvivere fino alla prossima stagione estiva».

«Ma noi non staremo con le mani in mano» aggiunge Baccaglini «oltre allo sciopero nazionale del 15 stiamo preparando una lettera da inviare a tutti i sindaci delle località balneari del litorale veneziano per chiedere che facciano la loro parte per convincere il Governo a correggere l’ingiusta riduzione degli ammortizzatori sociali per gli stagionali del turismo estivo che, altrimenti, sono condannati a un impoverimento che peserà dal punto di vista sociale ed economico anche sui comuni dove risiedono questi lavoratori». Anche Maurizia Rizzo, segretaria della Fisascat-Cisl veneziana, si dice molto preoccupata per «la leggerezza con cui il Governo ha legiferato sul lavoro e gli ammortizzatori sociali. Ci auguriamo che si sia trattato solo di una svista del Governo al quale chiederemo a gran voce di riparare all’errore anche in occasione dello sciopero nazionale del 15 aprile».

«I lavoratori stagionali» aggiune Rizzo «non possono essere trattati come i dipendenti di aziende che lavorano tutto l’anno. Non è colpa loro se la stagione turistica dura sono una parte dell’anno e per sempre meno mesi, senza che altre occasioni di lavoro in aree, come Jesolo, Bibione o Sottomarina dove le attività legate al turismo balneare sono l’unica occasione di lavoro esistente».

I sindacati ci tengono a precisare che il loro intento «non è di chiedere privilegi e puro assistenzialismo» per questi lavoratori, ma di una «legittima equiparazione ad altre tipologie di lavoro, come l’agricoltura, per le quali la stagionalità è un dato oggettivo e l’indennità di disoccupazione è l’unico strumento per garantire un reddito sufficiente a sopravvivere per il resto dell’anno». Una volta tanto, almeno su questa questione, sono d’accordo anche i titolari di alberghi, bar, ristoranti, campeggi e via dicendo.

«Purtroppo» dice Marco Michielli, presidente di Federalberghi del Veneto «il governo fa leggi buone, ma in questo caso finisce per buttare il bambino con l’acqua sporca. Non si può modificare dalla sera alla mattina le norme sugli ammortizzatori sociali in un settore come il turismo. Ci auguriamo anche noi che il Governo e i ministeri competenti riparino in fretta l’errore che hanno commesso».

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