Indagini su De Martino, blitz in Comune
Acquisizione di documenti, verifiche, scansioni di materiale, fotocopie, chiavette. Ieri mattina ufficiali dei carabinieri e della Guardia di Finanza componenti il “Tavolo di supporto integrato delle forze di Polizia” che si occupano delle istruttorie delle interdittive antimafia per conto della Prefettura, si sono materializzati in Comune. Ancora una volta al centro delle loro attenzioni l’imprenditore del Lido Antonio De Martino e le sue attività. In questo, agli investigatori, interessavano i rapporti di lavori passati.
Accesso agli atti. I militari si sono presentati negli uffici della direzione Patrimonio e Casa di Venezia, con grande stupore da parte di personale e dirigenza. La parola d’ordine è: accesso agli atti. Che nell’epoca del Web 3.0 significa non tanto scatoloni e carte ingiallite, ma materiale digitale. Gli agenti si sono trattenuti diverse ore, nelle sedi di Mestre e Venezia, tutto il tempo necessario, ma non hanno sequestrato nulla: hanno chiesto l’autorizzazione, che è stata loro concessa, per venire in possesso della documentazione legata direttamente o più facilmente indirettamente all’imprenditore calabrese trapiantato al Lido Antonio De Martino, finito sotto i riflettori dopo che la sua principale società, la “Venice Top Management srl” (con sede nel centro storico, a Santa Fosca), quella che gestiva le più importanti spiagge del Lido (Des Bains ed Excelsior), è stata raggiunta dal provvedimento interdittivo antimafia del prefetto di Venezia che impedisce qualsiasi rapporto con la pubblica amministrazione.
Bocche cucite. Questo è un altro dei motivi della visita. Bocche cucite all’interno degli uffici. I dirigenti dei vari settori Patrimonio, Legge Speciale, Casa, hanno confermato la visita degli investigatori, ma non hanno aggiunto altro. I motivi della visita, legata all’imprenditore De Martino, hanno ben presto fatto il giro degli uffici comunali dove inizialmente molti credevano che la presenza dei militari fosse legata a qualche fascicolo relativo allo scandalo Mose. La vicenda, va sottolineato, non coinvolge per il momento alcun dipendente comunale. Il materiale acquisito non è solo legato all’Ufficio, dal momento che concessioni demaniali non dipendono direttamente dal Comune, ma riguarda le aree che De Martino in passato ha gestito. Attività per la quale ha ottenuto anche concessioni comunali. Sono stati prelevati anche atti relativi a proprietà. Ora inizieranno le verifiche incrociate, non solo del materiale raccolto ieri. Gli investigatori sono rimasti negli uffici del Comune fino a tarda serata.
Le ragioni del blitz. Questa acquisizione di atti è legata all’istruttoria che ha portato, alla fine dello scorso anno, all’interdittiva dell’allora Prefetto Domenico Cuttaia, nei confronti di De Martino. Analizzando il materiale raccolto per quell’atto sarebbero emersi elementi che il gruppo di lavoro interforze ha voluto approfondire. Elementi che riguardano in particolare la gestione delle spiagge del Lido. Contro l’interdittiva per il momento De Martino non ha ancora presentato ricorso al Tar, ma i suoi legali ci stanno lavorando (vedi pezzo sotto). L’imprenditore di origini calabresi e lo stesso padre da anni sono al centro di indagini di investigatori che si occupano di antimafia. Per anni i carabinieri del Ros gli sono stati addosso, ma non sono riusciti a dimostrare nulla. La stessa indagine della Procura Antimafia di Venezia, condotte dal pm Paola Tonini, non è riuscita a dimostrare che Antonio De Martino abbia investito, nelle sue attività a Venezia, soldi sporchi provenienti dai traffici illeciti dell’ndrangheta, oppure se otteneva concessioni pubbliche corrompendo amministratori o politici locali.
Massima collaborazione. Al corrente della visita della Finanza l’assessore al Patrimonio, Renato Boraso, che ha seguito la vicenda. «Massima collaborazione», spiega e ripete, «i nostri uffici sono aperti, siamo ovviamente disponibili, poi si vedrà come procede l’indagine, sulla quale non entriamo nel merito». Insomma, da parte del Comune e dell’assessorato, piena disponibilità e porte aperte sul fronte dell’accesso agli atti.
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