Indagati per tangenti, le Entrate licenziano due dirigenti
MESTRE. Licenziamento senza preavviso, nonostante le indagini da parte della Procura lagunare siano ancora in corso, poiché è venuto meno il rapporto fiduciario. Lo ha deciso l’Agenzia delle Entrate a conclusione dei procedimenti disciplinari avviati subito dopo gli arresti, il 16 giugno nell’inchiesta “Fisco e tangenti”, di Elio Borrelli, 63 anni di Calalzo di Cadore, prima dirigente del Centro operativo di Venezia dell’Agenzia delle Entrate e dal giugno 2015 direttore provinciale delle Entrate di Pesaro-Urbino, e di Christian David, 48 anni di Monfalcone, dirigente a capo del settore riscossioni e controlli fino al 31 gennaio 2016 e poi alla guida dell’ufficio grandi contribuenti della Direzione regionale del Veneto, con sede a Venezia.
A Borrelli, difeso dagli avvocati Antonio Franchini e Loris Tosi, i pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini contestano la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio per aver incassato regalie in cambio di favori assieme al collega Massimo Esposito, direttore provinciale delle Entrate di Venezia, nel frattempo andato in pensione e quindi non più sanzionabile dal punto di vista disciplinare. Quanto a David, difeso dagli avvocati Marco Vassallo e Riccardo Bassi, dopo il pronunciamento del Riesame è rimasto in piedi solo uno dei tre episodi che gli contesta la Procura, quello nel quale Borrelli lo chiama in causa come aiuto interno per pilotare una verifica a favore di Cattolica Assicurazioni. Una decisione, quella che è stata notificata nei giorni scorsi a Borrelli e David da parte dell’Ufficio disciplina che fa capo alla Direzione centrale del personale delle Entrate, a suo modo eccezionale visto che spesso enti ed aziende attendono l’esito dei procedimenti penali prima di decidere sulla sorte lavorativa dei dipendenti indagati. L’Agenzia ha invece giocato d’anticipo, al tempo sospendendo i dirigenti e ora licenziandoli. Gli ex dirigenti potranno impugnare la decisione.
Nel provvedimento notificato a David si legge che «I comportanti e le attività sono sotto il profilo comportamentale e disciplinare di particolare gravità e si riverberano sull’elemento fiduciario che è alla base del rapporto tra dipendente e datore di lavoro», sottolineando come gli elementi raccolti permettono un giudizio indipendentemente dall’esito del penale e che si deve tenere conto anche del «disvalore ambientale che connota la condotta del dirigente in quanto modello negativo nei confronti degli altri dipendenti». David dimostra una «consapevole propensione ad agire con modalità poco consone al dettato dell’Agenzia» e durante il procedimento «non ha specificatamente contestato o negato l’accadimento o le modalità dei fatti posti a base del licenziamento ma ha solo reinterpretato la portata degli stessi». Analoghe motivazioni basate essenzialmente sulla rottura del rapporto di fiducia con l’Agenzia delle Entrate hanno portato al licenziamento anche di Borrelli. Nel provvedimento non si fa cenno ad eventuali danni causati dai dirigenti all’amministrazione del Fisco.
Quanto all’inchiesta, i pm stanno ancora lavorando sia sul fronte delle indagini, sia su quello dei patteggiamenti che alcuni indagati sono intenzionati a chiedere per uscire dal procedimento prima di un eventuale processo in aula.
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