Indagati due ex prefetti per il centro migranti di Cona

STRA. Gli ex prefetti di Venezia Domenico Cuttaia (2012-2016) e Carlo Boffi (2016-2018), l’allora vicario Vito Cusumano, oggi prefetto a Bolzano. E ancora i vertici della coop padovana Edeco, quattro dipendenti della Prefettura lagunare e l’amministratore di una onlus.
L’inchiesta sulla gestione dell’hub per richiedenti asilo di Cona si è chiusa - per il momento - con 12 indagati. Nelle scorse ore la notifica dell’avviso firmato dal procuratore capo Bruno Cherchi, dal vicario Adelchi d’Ippolito e dalle pm Federica Baccaglini e Lucia D’Alessandro, che mette un punto fermo all’indagine partita a gennaio 2017 con la morte della migrante ivoriana Sandrine Bakayoko. Da allora si sono accesi i riflettori della Procura sull’ex base che, fino a Natale, ha accolto i richiedenti asilo che non trovavano posto nelle strutture di accoglienza diffusa. L’inchiesta veneziana si è sviluppata parallelamente a quella di Padova su Edeco a Bagnoli.
le accuse
A tirare le fila del sistema erano, secondo la Procura, i padovani Simone Borile, amministratore di fatto di Edeco, la moglie Sara Felpati, vicepresidente della coop, Gaetano Battocchio, presidente del cda, Annalisa Carraro, consigliera di amministrazione. Per loro le accuse sono di frode in pubbliche forniture e truffa aggravata: tra il 2016 e il 2017 non avrebbero rispettato il contratto di accoglienza firmato con la Prefettura. In particolare il numero di operatori sarebbe stato «mediamente inferiore di 14 unità (da un minimo di 6 a un massimo di 26 operatori giornalmente) rispetto agli obblighi contrattuali», si legge nell’imputazione nella quale si evidenzia «l’espediente malizioso» nello spostare il personale da una struttura all’altra in occasione delle visite e nel falsificare la documentazione. Anche il servizio di assistenza sanitaria ai migranti sarebbe stato carente rispetto al contratto Dal 10 agosto al 31 dicembre 2016, le ore garantite dal personale medico erano state 733 contro le 1.836 previste nel capitolato, le ore degli infermieri 757 contro 3.672. In questo modo avrebbero indotto in errore la Prefettura, procurando all’istituzione un danno di 204mila euro. Il servizio medico da dicembre 2016 era stato affidato, senza alcuna autorizzazione della Prefettura, alla Cba Group onlus di cui è amministratore unico Marco Arboit, 35 anni di Battaglia Terme, ora indagato.
In concorso con l’allora prefetto Cuttaia, i vertici di Edeco finiti nell’indagine avrebbero volutamente procrastinato gli accessi ispettivi da parte dell’Usl «consapevoli del mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie, anche in rapporto all’elevato numero di migranti presenti, anche al fine di non svelare l’inadempimento contrattuale». Cuttaia è accusato quindi di frode in pubbliche forniture, oltre che di rivelazione di segreto d’ufficio per aver comunicato le visite che dovevano essere fatte a sorpresa, e di falsità ideologica del pubblico ufficiale. Stesse accuse, le ultime due, anche per il suo successore, Carlo Boffi, a cui viene contestata inoltre la falsa testimonianza, assieme a Cusumano, per aver dato informazioni non corrette alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza che si stava interessando di Cona, «tacendo su ciò che sapevano in merito alle inadempienze di Edeco». Le visite ispettive sarebbero state comunicate con preavviso ai vertici di Edeco dal personale della Prefettura. Di qui la contestazione di rivelazione del segreto d’ufficio a carico, oltre che di Cusumano, del vice prefetto e dirigente dell’area Immigrazione Paola Spatuzza, veneziana, e dei funzionari Rita Francesca Conte di Preganziol, Luciano Giglio di Mira e Gabriele Ballarin di Pellestrina.
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