Indagati 4 medici per la morte di Flora
Decisa l’autopsia per stabilire quanto tempo la donna è stata senza ossigeno
VENEZIA. E’ il tempo del pianto dei familiari, ma anche dell’incalzare dell’inchiesta del pm Antonio Pastore per individuare i responsabili della morte a soli 26 anni di Flora Bottosso, la maestra di La Salute di Livenza entrata in coma durante una banale operazione di tonsillectomia, all’ospedale di Portogruaro: nessuno in sala operatoria si è accorto che s’era sfilata la cannula della ventilazione, lasciando la giovane senza ossigeno. La notte scorsa, dopo 17 giorni di coma, il decesso. Quattro i medici indagati per omicidio colposo: tre anestesisti e il chirurgo in sala operatoria.
Flora se n’è andata con un ultimo atto d’amore: ha donato fegato, reni e tessuti addominali, espiantati ieri mattina, subito dopo la conclusione dell’iter per l’accertamento della morte cerebrale, protratto a lungo a causa di un improvviso malfunzionamento dell’apparecchiatura che doveva accertare per 3 volte nell’arco di 12 ore, l’elettroencefalogramma piatto della donna. All’alba, i medici hanno staccato la macchina che da giorni faceva battere il suo cuore. La prima parola spetta ora al medico legale: il pm Pastore ha, infatti, incaricato il dottor Silvano Zancaner dell’autopsia. Dovrà dire per quanti minuti almeno la donna è rimasta senza ossigeno. Nell’immediatezza dell’incidente - nel corso dell’inchiesta interna subito avviata dall’Asl 10, alla quale però non si sono presentati due dei medici indagati - si era parlato di non più di un paio di minuti. L’Asl ha subito accertato l’errore umano e ora parla di «fatale e deprecabile evento», mettendosi a totale disposizione della famiglia per «determinare con chiarezza le precise cause e responsabilità del tragico evento».
Nel rigore dell’anonimato, medici anestesisti spiegano però che - se è pur vero che i primi danni cerebrali si registrano dopo un minuto senza ossigeno - per mandare in coma irreversibile una persona, di minuti ne debbono passare tra i 7 e i dieci. Sono molti: possibile che nessuno si sia accorto di quella cannula sfilata? L’apparecchiatura per la ventilazione è dotata di un allarme sonoro: perché quello nella sala operatoria dell’ospedale di Portogruaro non è stato udito da alcuno? Forse era stato disattivato? Anche questo deve accertare il pm Pastore. Ieri, nel suo studio, in previsione dell’autopsia (in programma a partire dalle 18 di ieri) si è riunita una piccola folla di avvocati e consulenti di parte: i legali della difesa (Tesser, Diroma, Palese, Fracasso, Rampinelli) hanno nominato propri esperti i medici legali Zaramella e Giron e il professor Cortivo, la legale della famiglia (Bertoldi) il dottor Ciraso.
Con l’autopsia si è messo, così, il primo punto fermo, anche se ci vorranno giorni per conoscere gli esiti degli esami sui tessuti, necessari per completare l’accertamento sulle cause del decesso: in questa prima fase, tutti i medici coinvolti nell’intervento sono stati indagati, ma è evidente che le responsabilità saranno diverse e non è detto che - al termine delle indagini - il pm chieda per tutti il processo. Intanto - in attesa del nullaosta per i funerali, che la Procura dovrebbe dare oggi - la famiglia ha fatto sapere che le esequie si terranno nella chiesa di La Salute di Livenza.
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