Incontro con i candidati sindaci di San Donà, domenica 24 al ballottaggio

La Nuova Venezia intervista Cereser e Pilla. Confronto per una sfida all’ultimo voto che non è per nulla scontato
Foto Agenzia Candussi/ Carrai/ Mestre, redazione Nuova Venezia/ Forum con i due candidati sindaco di San Donà di Piave Pilla e Cereser che si sfideranno al ballottaggio di domenica
Foto Agenzia Candussi/ Carrai/ Mestre, redazione Nuova Venezia/ Forum con i due candidati sindaco di San Donà di Piave Pilla e Cereser che si sfideranno al ballottaggio di domenica

SAN DONÀ. Due candidati a confronto per una sfida all’ultimo voto che ancora non ha nulla di scontato e solo domenica notte svelerà il prossimo sindaco della città. Dopo scontri e divisioni, Andrea Cereser e Francesca Pilla si misurano partendo rispettivamente dal 43 per cento e dal 36, puntando entrambi sul voto di chi al primo turno ha disertato le urne, gli indecisi e chi ha visto esclusi i propri candidati.

E, infatti, sia Pilla sia Cereser hanno lanciato un appello accorato ad andare a votare compiendo il proprio dovere civico dopo un 57 per cento di affluenza che deve far riflettere, soprattutto perché rischia di abbassarsi ancora in una giornata di sole che invita ad andare in spiaggia. Ci sono i voti liberi del centrodestra moderato che non ama gli eccessi e le folgorazioni salviniane, poi i grillini che si sono fermati a un deludente sei per cento, però determinato ad andare a votare, e sceglieranno il candidato che più si avvicina al loro credo.

Con il passare dei giorni la campagna elettorale è entrata nel vivo e in più di qualche occasione Pilla e Cereser si sono scontrati a viso aperto, senza risparmiare attacchi, pur nei binari di grande correttezza.

 

Userete lo strumento del referendum per coinvolgere i cittadini nelle decisioni dell’amministrazione?

Pilla: «Il referendum è stato sostanzialmente negato dall’amministrazione uscente perché impossibile, con la firma dal notaio di 100 cittadini, 4.200 firme e tanti ostacoli burocratici. Non è di fatto fruibile. Noi vogliamo renderlo accessibile per sentire la voce dei cittadini su temi quali unione e fusione dei Comuni, isola pedonale e altri temi importanti. Su questi argomenti Cereser non mi pare in sintonia e anche sul bilancio partecipato non ha detto sì».

Cereser: «I temi dei Cinque Stelle sono già alla nostra portata se pensiamo ad acqua pubblica, connettività, mobilità sostenibile, ambiente. Ricordiamo che un referendum costa 60 mila euro e non si può continuamente ricorrervi, perché è la politica che deve decidere per il futuro della comunità. Non dobbiamo confondere il fine con il mezzo. Il referendum è uno strumento, ma ce ne sono altri di partecipazione, come la piattaforma digitale con la quale possiamo comunicare direttamente con i cittadini e che abbiamo avviato nell’ambito di un progetto europeo con città come Londra e Torino, e altre forme di partecipazione come il Consiglio comunale dei ragazzi o gli incontri nelle frazioni».



Quale ruolo dovrebbe avere San Donà nel futuro del territorio?

Cereser: «La città sta crescendo, si sta riprendendo dopo anni difficili per tutti. C’è un risveglio dell’economia, dell’edilizia, stiamo uscendo dagli anni più duri. Abbiamo 7 milioni di euro dall’Europa per il progetto Elena con la sostituzione di tutti i punti luce a led, oltre 10 milioni tra pubblico e privato per la Porta Nord che calamiterà anche nuovi investimenti con il polo intermodale. Il futuro ci porterà a parlare di fusione dei Comuni, anche se non sarà facile, perché lo Stato può garantire 3 milioni l’anno per 10 anni. Le risorse ci sono per crescere ancora».

Pilla: «Siamo il terzo Comune della provincia, il nono in Veneto, ma abbiamo perso la nostra forza e rappresentatività importante. La fusione non è alla portata perché deve far fronte ai campanilismi e le legittime identità. Ci vogliono anni e un serio e profondo lavoro culturale. Dobbiamo fare un salto, organizzare grandi eventi, penso a mostre d’arte di grande livello come hanno fatto Comuni molto più piccoli del nostro. Abbiamo perso il ruolo che dovrebbe avere la nostra città che necessita di un vero piano strategico. E abbiamo notato che tutto è stato fatto in questi ultimi mesi: piste ciclabili, oltretutto sbagliate e pericolose, lavori in pieno centro città in modo che li vedessero tutti, quando ci sono le frazioni nel degrado».

Cosa pensate di fare per il rilancio del commercio in centro?

Cereser: «Dobbiamo far tornare i residenti che in questi anni si sono allontanati. Questo è il punto di partenza. E ci vogliono anche aree pedonali, senza auto, quindi servizi al cittadino. Poi torneranno anche i commercianti con nuovi negozi e riqualificati che offrano qualcosa di diverso e anche di più variegato rispetto a quelli classici. Gli eventi sono stati importanti, penso a Giffoni Festival, l’Adventure Festival, Centopassioni, i tanti appuntamenti per i giovani che in futuro avranno un giorno e uno spazio tutto loro per le loro idee e i loro eventi organizzati da soli. La demografia è in crescita e questo è già un segno che la città si sta ripopolando».

Pilla: «Cereser ha citato eventi che in realtà non sono stati portati qui da lui. Resta il fatto che Centopassioni non porta gente in città, i giovani non hanno posti dove andare e si lamentano. Io penso ad almeno tre eventi importanti ogni mese, un vero mercato dell’ antiquariato e non delle cose usate. E poi i parcheggi gratuiti per 2 ore, un piano urbano fatto di sensi unici fluido con piste ciclabili sicure e non dietro le auto in sosta con rischi enormi. E un supermarket in centro che oggi manca».

I giovani non trovano lavoro e crescono anche nuove povertà.

Cereser: «Gli anni dal 2013 al 2016 sono stati quelli difficili in cui avevamo uno sfratto a settimana, mille disoccupati. Ora le cose stanno migliorando e quei posti di lavoro li abbiamo recuperati. I ragazzi hanno trovato occupazione anche nella nuova zona commerciale che si è allargata in questi anni, oltre che in grosse aziende come la Lafert ed altre realtà industriali che hanno richiesto manodopera dal territorio. E non dimentichiamo la stagione estiva con le sue strutture che offrono nuove opportunità. Ci sono circa 4.800 stranieri, ma sono di più i sandonatesi iscritti all’Aire che vivono e lavorano all’estero. I ragazzi si muovono, si iscrivono anche a università lontano da casa, affrontano le loro esperienza lontano da casa e questo serve per la loro crescita. Io credo che da qui a 10 anni San Donà potrà diventare un punto di riferimento davvero importante anche grazie al polo intermodale ferro e gomma che offrirà enormi potenzialità per i trasporti. Se guardiamo alle povertà, organismi come la mensa solidale, l’emporio solidale, in aggiunta all’impegno del Comune con risorse e personale per aiutare chi ha bisogno, il volontariato, consentiranno di affrontare le difficoltà. Sono azioni a favore delle nuove povertà che sono tutte partite da noi».

Pilla: «Vedo anche tanti giovani che non accettano determinati lavori, magari vogliono stare a casa sabato e domenica, non vogliono affrontare la stagione estiva e le richieste di lavoro continue. Ci sono albergatori che non trovano personale e anche attività che faticano a reperire camerieri baristi e quant’altro. Bisogna anche sapersi adattare e non magari andare all’estero per fare gli stessi lavori che si trovano anche qui. Il settore del turismo è molto importante e noi dobbiamo iniziare a pensare seriamente a un’Università per il Turismo a San Donà che formerebbe il personale in questo settore strategico che vanta milioni di presenze in tutto il litorale. Non sarà facile, ma potranno essere individuate le risorse e lanciare questa esperienza che diventerebbe un riferimento per tutto il Veneto. Quanto ai servizi sociali e le povertà, io credo che il mondo del volontariato debba essere valorizzato davvero per il suo ruolo fondamentale nel sostegno ai bisognosi e per questo lo dobbiamo aiutare per continuare questa azione davvero essenziale per chi ha bisogno di aiuto. Non dimentichiamo che alla mensa solidale o anche all’emporio solidale si rivolgono cittadini che non sono stranieri, ma sandonatesi e questo aspetto deve farsi pensare. Ci sono persone che senza chiedere nulla aiutano chi è più debole e sono inseriti in associazioni e organismi davvero unici che sul territorio hanno fatto moltissimo. Io guardo a queste esperienze per ripartire anche con l’aiuto dell’amministrazione pubblica che deve poi fare la sua parte».

Foto Agenzia Candussi/ Colucci/ Sede di Mestre della redazione della Nuova Venezia/ Forum tra i candidati sindaci di San Donà di Piave
Foto Agenzia Candussi/ Colucci/ Sede di Mestre della redazione della Nuova Venezia/ Forum tra i candidati sindaci di San Donà di Piave


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