Incidenti sul lavoro in aumento i sindacati lanciano l’allarme
In Riviera la ripresa economica ha come aspetto negativo collaterale giovani costretti in carrozzella «Non sono rispettate le norme di sicurezza, i comparti più a rischio sono l’edilizia e l’agricoltura»
DOLO . Parte la ripresa economica e ritornano gli infortuni sul lavoro con un aumento di quasi il 10% degli ultimi tre mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori più bersagliati? Edilizia ed agricoltura. A dare questi dati sono Francesco Andrisani, segretario provinciale Fillea Cgil (edili) e Silvana Fanelli della segreteria metropolitana della Cgil dopo l’incidente sul lavoro che ha ferito in modo gravissimo due fratelli di origine macedone di 32 e 24 anni.
Il più giovane rischia di non poter più camminare. I due operai edili, ora ricoverati all’ospedale di Mestre, sono caduti a causa di uno squarcio che si è aperto in un tetto di fibrocemento in un capannone di proprietà della Ite Srl di Fossò in zona industriale. «Purtroppo», spiegano Andrisani e Fanelli, « questo incidente ha forti similitudini con altri in cui le norme di sicurezza sul posto di lavoro non vengono rispettate. L’evidenza è che il dato globale nazionale sia degli incidenti sul lavoro che quelli con esito mortale è drammaticamente in crescita e che, come in passato, i settori maggiormente colpiti sono quelli delle costruzioni e dell’agricoltura e le motivazioni per cui si muore sono le stesse di 50 anni fa».
A livello provinciale e con le stesse percentuali in Riviera e Miranese, negli ultimi tre mesi, gli infortuni sono aumentati quasi del 10 %. Gli infortuni si verificano anche qui per l’70 % nei comparti dell’edilizia e agricoltura-servizi. «Abbiamo analizzato nello specifico», spiega Silvana Fanelli della segreteria metropolitana Cgil di Venezia, «il dato Inail inerente il mese di agosto, quello cioè in cui tradizionalmente i cantieri sono in piena funzione, il clou del periodo estivo insomma dal punto di vista dell’edilizia. Erano 810 nell’agosto del 2016 e nell’agosto del 2017 sono invece 885. Sono in calo quelli mortali, ma con la crescita della ripresa economica rischiano pure di salire».
Stessa situazione si registra a livello regionale. «Un segnale che si riparte da un modello vecchio di sviluppo», spiega il segretario regionale della Fiom Cgil Luca Trevisan, «è che con l’arrivo della ripresa economica, sono ripresi ad aumentare anche gli infortuni sul lavoro. I morti sul lavoro dall’inizio del 2017 nella nostra regione sono 65, più o meno quelle dell’anno precedente, mentre e le denunce di infortuni sono state 7.300, si stima per ora un 10% in più rispetto all’anno prima».
La provincia in Veneto che ha registrato più infortuni è quella di Vicenza. Per Silvana Fanelli questi anni di stagnazione e crisi rischiano di essere stati sprecati. «Serve una strategia», dice, «per la salute e la sicurezza sul lavoro che crei convergenze fra istituzioni, parti sociali e soggetti economici. Serve dare concretezza alla realizzazione di condizioni permanenti di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».
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