Incidenti mortali in diminuzione nel Veneziano
Le campagne di educazione stradale, il timore di incappare negli autovelox - sempre più diffusi anche nei piccoli comuni - e la diminuzione del traffico, soprattutto dei mezzi pesanti (un esempio: -4,6% sul Passante nell’ultimo anno) anche per la crisi. Sono questi probabilmente i fattori principali che, negli ultimi tre anni, hanno portato a una diminuzione degli incidenti stradali mortali sulle strade di Mestre e provincia, comprese le autostrade, dove va registrata anche la realizzazione del Passante di Mestre che ha contribuito a sgravare il traffico, e quindi anche il rischio di incidenti, su quello che era stato ribattezzato il valico di Mestre: la tangenziale. Nel 2012, secondo i dati diffusi dall’Aci, gli incidenti stradali mortali sulle strade del Veneziano sono stati 55 contro i 60 dell’anno precedente e i 69 del 2010.
Cala quindi il numero di vittime sulle strade - e il 2013 sembra confermare questa tendenza - anche se aumentano i piccoli incidenti, e gli incidenti con feriti. Se nel 2012 infatti gli incidenti stradali sono stati 2569, l’anno precedente erano stati 2494. E se nel 2012 i feriti sono stati 3731, l’anno precedente erano stati 3.480. Un aumento, sia nel numero degli incidenti, sia in quello dei feriti, che si deve soprattutto agli incidenti che si sono verificati nelle strade urbane: nel 2012 sono stati 1367, hanno provocato 22 morti e 1775 feriti.
A scorrere i dati sugli incidenti mortali suddivisi per comuni si scopre invece che il maggior numero di incidenti mortali è stato registrato a Mestre (10 su 55), seguita a ruota da Jesolo, con 8 incidenti mortali - un comune che d’estate diventa una vera e propria metropoli con milioni di turisti - e Spinea, con 5 vittime in altrettanti sinistri. L’incidente che si verifica più spesso è lo scontro frontale e laterale, seguito dal tamponamento, in buona parte lungo i rettilinei. Oltre il 30% degli incidenti è provocato dal mancato rispetto della segnaletica, poco meno del 20% da guida distratta e circa il 17% dal mancato rispetto della distanza di sicurezza.
«Molto utili per una corretta sensibilizzazione degli utenti della strada» osserva il presidente dell’Aci, Giorgio Capuis «sono i dati relativi ai giorni e alle fasce orarie più a rischio. La domenica risulta il giorno con i maggiori incidenti mortali. Il maggior numero di incidenti, invece, si verifica tra le 14 e 17 del lunedì e tra le 10 e 13 del sabato. Infine va notato che i mesi con più incidenti sono quelli estivi, luglio e agosto, forse anche per la forte presenza turistica sulle nostre strade del litorale». Sono dati che, spalmati su tre anni, cominciano a fotografare una tendenza, e che da un lato dicono che molto si è fatto, dall’altro sottolineano che molto si può ancora fare. Una battaglia, quella per l’educazione alla sicurezza stradale, sulla quale sono impegnati l’Aci, la polizia stradale - che lo scorso aprile all’Excelsior ha incontrato duecento studenti per presentare il film Young Europe - le associazioni dei familiari delle vittime e anche le polizie municipali dei comuni che vanno a incontrare gli studenti o organizzano giornate in piazza per insegnare il corretto uso della bicicletta. Con la speranza e la convinzione che, una volta maggiorenni, saranno automobilisti più consapevoli.
Francesco Furlan
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