Incidenti in barca a Venezia, troppi spericolati
VENEZIA. È tornato a casa il 17enne rimasto ferito in seguito al rovesciamento del barchino su cui viaggiava, domenica pomeriggio, alla Giudecca.
Ferite non gravi. Il ragazzo colpito alla testa dalle pale dell’elica, è stato ricoverato una notte all’ospedale dell’Angelo in osservazione: i medici temevano che avesse subito danni neurologici in seguito alle contusioni. Le pale gli hanno strappato il cuoio capellluto. Altre ferite le ha riportate sulle gambe. Per fortuna nulla di grave.
Velocità sotto accusa. L’incidente causato dalla forte velocità, avvenuto nei pressi del cantiere nautico Crea, riaccende la polemica sulla possibilità data ai minorenni di guidare i barchini, con motori fino a 40 cavalli, senza patente.
Minimo 14 anni. L’unico obbligo è di avere almeno 14 anni. Troppi ragazzini, anche in canale della Giudecca, danno libero sfogo alla loro spericolatezza e irresponsabilità, correndo a tutto gas, anche in presenza di onde. Gli incidenti negli anni sono stati tanti.
Deregulation. «La liberalizzazione della guida non aiuta certo a combattere il fenoneno della guida spericolata. È un problema sotto gli occhi di tutti. Del resto l’età dei ragazzi certo non aiuta», spiega Marco Agostini, comandante generale della Polizia Locale, «i ragazzi per esibizionismo non si curano tanto delle condizioni di dove stanno navigando e vanno a tutta velocità. Soprattutto se hanno a bordo altri amici. Una buona parte hanno pure il motore manomesso per aumentare la potenza e riescono a raggiungere i 60 cavalli. Ma non hanno l’esperienza e molti sono pure irresponsabili, per poter condurre imbarcazioni spinte da quella potenza. Se poi si aggiunge il fatto che gli scafi sono sempre più leggeri, si capisce come il mix sia ad alto rischio incidenti».
Tanti, troppi incidenti. Gli incidenti con feriti, anche gravi, ne avvengono ogni anno. E riguardano pure persone maggiorenni. Pur non essendo obbligatoria la patente, la polizia locale, da anni, cerca di formare i giovani ad una guida più sicura.
Corsi nelle scuole. Quindi agenti della sezione moto ondoso vanno nelle scuole ad insegnare le basi della guida. «Da anni facciamo questa attività per ridurre il più possibile i danni. Secondo noi il patentino sarebbe utile per insegnare come si va in barca, ma anche per responsabilizzare maggiormente i ragazzi. Tanti incidenti potrebbero avere conseguenze minori se, ad esempio, venissero rispettate regole basilari. Mi chiedo quanti dei ragazzi che guidano il barchino si tengono agganciati al cavo che se cadano in acqua spegne il motore? Praticamente nessuno».
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