Due squarci sul fianco destro: così è affondata la barca in cui è morta la manager del Florian

Le analisi dopo l’incidente nautico dell’8 marzo la prima perizia dinamica sul Brube in cui viaggiava Anna Rita Panebianco. La testimonianza di un diportista racconta di imbarcazioni che correvano

La scena dell'incidente
La scena dell'incidente

​​​​Due squarci sul fianco di dritta della barca: sono quelli che hanno provocato l’incidente nautico nel quale l’8 marzo ha trovato la morte Anna Rita Panebianco, al termine di una giornata felice in laguna con il compagno e un amico, che portava la barca e ora è indagato.

Due “buchi” sulla cui origine il consulente della Procura, l’ingegner Andrea Bortolato, non si è ancora espresso con certezza, rinviando il chiarimento ad un prossimo, nuovo sopralluogo al cantiere nell’isola delle Vignole dove lo scafo si trova sotto sequestro: la barca condotta da Alessandro Corò potrebbe aver colpito la bricola, poi la donna ha sbattuto con violenza la testa (come ha confermato l’autopsia eseguita sabato), spegnendo per sempre il sorriso del volto più amato del Caffé Florian, strappando la 56enne alla sua alla famiglia.

Bricole in laguna, guide o pericoli? Il nostro video reportage

Ma la barca potrebbe anche aver colpito un palo spezzato affiornate. La risposta arriverà da un prossimo sopralluogo, anche sul luogo del sinistro lungo il canale Dese: l’avvocata Barbara Tomarchio - legale dell’indagato - ha incaricato l’ingegnere Davide Pavon per la consulenza dinamica, nessuno invece per l’autopsia. I familiari della donna deceduta, invece, si sono affidati alle avvocate Rossella Martin (per la figlia) e Carmela Parziale (per la sorella e la madre), in vista di una costituzione di parte civile: la prima ha nominato la dottoressa Letizia Pirrami come medico legale e Alfonso Morisieri, noto perito navale; la seconda l’ingegner Renato Paties.

Quel che è emerso martedì 18 marzo è che i carabinieri hanno raccolto la testimonianza di un diportista alla guida di un “open” che ha dichiarato di essere stato superato poco prima della tragedia da due imbarcazioni che procedevano molto veloci, rispetto a lui che - ha detto -ha stava avanzando a circa 15 chilometri l’ora.

Il fatto che fossero due imbarcazioni, in parte spiegherebbe anche la dichiarazione fatta da Corò, che ha detto di esser stato spinto improvvisamente verso destra, probabilmente da un’onda, dopo essere stato superato. Di certo la velocità di tutti era ben superiore ai limiti in quel tratto di canale.

L’ingegner Bortolato ha anche annunciato ai consulenti che chiederà informazioni precise sull’altezza della marea al momento del sinistro mortale - nel pomeriggio dell’8 marzo, alle 16.30 - per capire se paline spezzate e affioranti possano essere state o meno coperte dall’acqua ed essere la possibile (o no) causa degli squarci e del violento impatto costato la vita alla donna. Ancora nessuna informazione certa sui funerali della manager del Florian: martedì la famiglia ha ricevuto il nulla osta firmato dalla pubblico ministero Elisabetta Spigarelli.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia