Incidente con il Tir pirata odissea di 12 anni per i danni
L’allora 18enne si schiantò in scooter su un pullman per evitare un camion che fuggì Risarcito in primo grado, somma dimezzata in appello. La Cassazione riapre il caso
MESTRE 05/11/2006 Via Orlanda direzione Mestre incidente tra uno scooter e un pulman turistico (c) Bertolin M. richiesto da MION - MESTRE 05/11/2006 Via Orlanda direzione Mestre incidente tra uno scooter e un pulman turistico
MESTRE. Lo scooter era rimasto letteralmente incastrato sulla parte posteriore del pullman in sosta a bordo strada. Una manovra terribile, che il giovane conducente del due ruote - V.C. di Campalto, allora diciottenne - era stato costretto a fare per evitare un camion. Il conducente del mezzo pesante era fuggito, come era stato accertato dai rilievi della polizia municipale. Il ragazzo in sella allo scooter, un Piaggio Exagon, era rimasto ricoverato a lungo in gravissime condizioni. Poi le cure, le terapie, la forza di volontà e l’amore di chi gli era stato vicino avevano fatto il resto, facendolo pian piano uscire dall’incubo. Dal giorno dell’incidente sono trascorsi quasi 12 anni. Era il 5 novembre 2006, in via Orlanda. Da allora è iniziata la battaglia giudiziaria del ragazzo per ottenere il risarcimento per l’incidente. Proprio per il fatto che lo schianto era stato causato da un veicolo non identificato (i tentativi di rintracciare il camionista erano stati vani, nonostante all’incidente avessero assistito alcuni testimoni che però non si erano annotati la targa del Tir), in tribunale è stato citato il Fondo di garanzia per le vittime della strada che risarcisce nel caso di incidenti con mezzi pirata o non assicurati, in quel momento rappresentato dalle Assicurazioni Generali.
In primo grado gli avvocati Alessandro Compagno e Sandra Spolaore dello Studio CSVR avevano chiesto un risarcimento milionario. Il giudice nel 2013 aveva accolto la domanda, disponendo un importo inferiore come risarcimento. Ma la somma decisa dal giudice come danno biologico eccedeva il massimale di legge del Fondo, quindi il risarcimento era stato ulteriormente abbassato fino a raggiungere il massimale. Si tratta comunque di centinaia di migliaia di euro.
La sentenza era stata impugnata in Corte d’Appello dalle Generali e parzialmente stravolta con il pronunciamento del 2015. Ritenendo che l’incidente fosse dovuto a un concorso di colpa tra lo scooterista diciottenne e il conducente rimasto ignoto, i giudici di secondo grado avevano ridotto ulteriormente la quota del risarcimento. Ma la battaglia del giovane è andata avanti fino in Cassazione attraverso gli avvocati Compagno e Spolaore, sostenendo di fatto la mancata valutazione, da parte della Corte d’Appello, dei danni diversi da quello biologico. I giudici della Suprema Corte hanno accolto la tesi difensiva e hanno accolto il ricorso, cassando la sentenza di secondo grado e rinviando la causa alla Corte d’Appello di Venezia in diversa composizione. Le motivazioni della sentenza, squisitamente giuridiche, sono state pubblicate nelle scorse ore. Una soddisfazione, quella arrivata da Roma, per il giovane e per i legali che lo stanno affiancando nella battaglia che sta proseguendo a quasi 12 anni dall’incidente. Saranno i giudici dell’appello lagunare a dover rideterminare l’importo del risarcimento a carico del giovane che ha avuto la vita stravolta da quella manovra.
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