Inciampa nella buca e si rompe il gomito. Così Ca’ Farsetti paga 200 mila euro

La sentenza del tribunale civile condanna il Comune in quanto responsabile delle strade a versare il maxi risarcimento per i danni patiti da una donna

BURANO. Chissà quante volte alle signore sarà capitato di restare incastrate con il tacco nei sampietrini o nelle piccole buche. Si rischia di perdere l’equilibrio, talvolta la storta è dietro l’angolo. In questo caso però, finito davanti al giudice civile Silvia Barison, le conseguenze per la vittima sono state ben peggiori. Tanto che il Comune di Venezia, citato in giudizio, è stato condannato a pagare quasi 200mila euro.

Era il tardo pomeriggio del 6 marzo 2010 quando R.G., buranella che all’epoca aveva 63 anni, era appena uscita dal Despar e stava andando verso casa. In via San Martino Destro era finita a terra a causa di una buca tra le mattonelle adiacenti un tombino. Il problema? Il tacco della scarpa era rimasto incastrato nella buca che non era segnalata in alcun modo. Nella caduta, R.G. aveva riportato la frattura scomposta del gomito destro che aveva reso necessario l’immediato ricovero e quattro interventi chirurgici per ridurre la lesione.

Una volta ristabilitasi, la donna aveva presentato richiesta di risarcimento al Comune. Ma i solleciti erano risultati vani, tanto che la 63enne si era rivolta all’avvocato Giorgio Caldera per la causa civile, sul presupposto che il Comune, in qualità di proprietario del sedime stradale, è responsabile della manutenzione per garantirne l’utilizzo in piena sicurezza da parte degli utenti.

Nel corso del procedimento il Comune si è costituito contestando la dinamica dell’incidente e sostenendo che fosse esclusiva responsabilità della donna in quanto la sconnessione, ritenuta visibile, avrebbe dovuto essere notata dalla vittima anche grazie alla differenza cromatica tra il porfido ed il chiusino. Il giudice, assunta una testimonianza ed acquisite le foto dello stato dei luoghi, ha condannato il Comune a pagare alla danneggiata 193.843,44 euro, riconoscendole il grave danno patito. —


 

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