Inchiesta “Pantano” indagini concluse Si va verso il processo

Tra i 24 indagati l’ex direttore dell’Ater, Marcon, accusato di corruzione e turbativa d’asta, e due dirigenti veneziani
Di Mitia Chiarin
ALDO MARCON DIR.ATER SOPRALLUOGO PER CASE ATER ABNO..BELLUCO
ALDO MARCON DIR.ATER SOPRALLUOGO PER CASE ATER ABNO..BELLUCO

Ci sono dentro tutti, uomini e donne legati al centrodestra, come l’ex deputato di Forza Italia Filippo Ascierto, e qualcuno anche al centrosinistra, come il manager Mario Bonin. Uomini e donne di potere perché investiti di incarichi pubblici o perché gestiscono informazioni delicate che sono pronti a barattare e a “vendere” in cambio di regalie. O addirittura ci sono i mediatori, come Bonin, accusato di essere l’intermediario tra “l’infedele” impiegata del Comune di Padova, Simonetta Liviero, con il compito di predisporre le gare d’appalto, eppure disponibile ad aggiustare le pratiche amministrative secondo il desiderio degli imprenditori decisi a corrompere pur di conquistare i lavori messi in palio con gare pubbliche. E chi è Bonin, che non esita a «suggerire (agli imprenditori corruttori) i lavori da eseguire gratuitamente negli immobili della predetta (Liviero)», si legge negli atti della pubblica accusa? Non un personaggio qualunque: considerato vicino all’ex senatore Giaretta, è il presidente di Sil srl, acronimo di Società Italiana Lining, la più grande società di servizio d’Italia con sede in via Corrado a Padova, diretta e coordinata da Acegas-Aps. Ecco il triste quadro che emerge dall’inchiesta “Pantano” che ha scoperchiato il velo sulla gestione inquinata degli appalti pubblici destinata a coinvolge Ater di Venezia e di Padova, Provincia e Comune di Padova. Inchiesta decollata lo scorso ottobre e conclusa in questi giorni dal pm Federica Baccaglini che si prepara a chiedere il processo per i 24 indagati, tra i quali Aldo Luciano Marcon, ex direttore dell’Ater di Venezia, Massimiliano Berto di Noale (funzionario della Provincia di Padova) e Claudio Fracon di Venezia (amministratore Euro Soa spa).

Al vertice di quella che è considerata un’organizzazione criminale “dai colletti bianchi”, tre imprenditori (Andrea Caporello, Manuel Marcon e Roberto Unizzi): secondo l’ipotesi investigativa si sarebbero accaparrati lavori pubblici da Ater (ex Istituto case popolari) di Padova e di Venezia, come dal Comune e dalla Provincia di Padova nonché dal V Reparto Infrastrutture dell’Esercito competente sulle manutenzioni delle strutture militari nel Nordest. A loro sono contestati i reati di associazione a delinquere «per commettere un numero indeterminato di reati contro la Pubblica amministrazione (turbativa d’asta, abuso d’ufficio, corruzione e falso)... costituendo uno stabile sodalizio criminoso».

E chi erano i loro interlocutori? Altri imprenditori, pronti a “truccare” le gare d’appalto «per eludere il principio della libera concorrenza». E ancora, funzionari pubblici infedeli come Nazario Borina e Massimiliano Berto per la Provincia di Padova; Sante Graziano Cogo per l’Ater di Padova; il tenente colonnello Roberto Lasalvia al vertice del V Reparto Infrastrutture dell’Esercito; Simonetta Liviero impiegata del Comune di Padova. Senza escludere il dirigente dell’Ater di Venezia, l’architetto Luciano Aldo Marcon, accusato di corruzione e turbativa d’asta: è lui che fa una trattativa diretta con l’agente delle Generali, Oscar Erminio Rigillo, per assicurare il patrimonio dell’ente con una polizza da 170 mila euro. E in cambio? Incassa una doppia polizza vita per i due figli Alberto e Valeria, mentre garantisce a Unizzi, Caporello e Marcon una serie di lavori su alloggi popolari a Scorzè. Un piccolo favore ripagato con riparazioni e manutenzioni nel suo appartamento in corso Milano a Padova dove il dirigente fa riparare dagli elettrodomestici alle auto di famiglia. Ovviamente gratis. Nei guai pure un manager di Euro Soa, il veneziano Claudio Fracon, che avrebbe fornito alle ditta di Caporello le certificazioni Soa, indispensabili per partecipare a gare pubbliche. (cri.gen.)

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