Inchiesta Palude, Lotti si difende e chiede di essere interrogato

Il braccio destro del magnate di Singapore vuole dimostrare l’inconsistenza delle accuse. Procedure a rilento, Chiat Kwong Ching attende l’atto di chiusura delle indagini debitamente tradotto in mandarino

Eugenio Pendolini
Luis Lotti
Luis Lotti

Prime risposte da parte degli avvocati dei 34 indagati finiti al centro dell’inchiesta Palude. Giovedì 6 marzo, allo scoccare del ventesimo giorno dalla notifica dell’atto di chiusura delle indagini da parte della Procura, ai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini è stata inviata dall’avvocato Simone Zancani (studio legale Simonetti) la memoria difensiva di Luis Lotti, braccio destro del magnate di Singapore Chiat Kwong Ching, con annessa richiesta di interrogatorio.

La difesa di Lotti

Nell’atto, composto da quarantaquattro pagine, la difesa ha allegato una serie di prove con le quali tenterà di far valere l’inconsistenza delle accuse mosse dai pubblici ministeri. Tra queste, sono state valorizzate alcune intercettazioni che non erano state valutate come rilevanti dalla Procura insieme alla richiesta di sentire una serie di testimoni su alcuni aspetti che, a detta delle difese, avrebbero dovuto essere chiariti in precedenza.

La traduzione in mandarino

Allo studio Simonetti e allo stesso Kwong non è invece ancora stata notificata la traduzione in mandarino dell’atto di chiusura delle indagini. Una volta ottenuto il testo, l’intenzione della difesa è di presentare anche per il magnate di Singapore una memoria difensiva e la richiesta di interrogatorio.

 

Restano tuttavia le incognite legate alla decorrenza dei termini, di 20 giorni appunto, per la presentazione delle memorie e per la richiesta di interrogatorio. Pur se formalmente decorsi, fin dai primi giorni la Procura aveva fatto sapere alle parti di considerare in maniera elastica la decorrenza dei termini.

D’altro canto, nelle ultime settimane gli avvocati dei 34 indagati hanno impiegato tempi biblici per riuscire a fare copia delle 36 mila pagine del fascicolo, raccolte in un unico file e poi suddivise in decine e decine di cartelle, ognuna con il proprio materiale all’interno: verbali di interrogatorio, progetti, brogliacci prodotti dai pubblici ministeri a fondamento delle accuse mosse agli indagati.

Il sindaco Brugnaro

Novità in questo senso si attendono da parte del sindaco Luigi Brugnaro, indagato per concorso in corruzione insieme al direttore generale Morris Ceron e al vicecapo di gabinetto Derek Donadini. Più volte, nel corso di dichiarazioni pubbliche, il primo cittadino ha ribadito la sua intenzione di spiegare ai magistrati la sua posizione non appena lette le carte prodotte a suo carico. Al momento però, come conferma l’avvocato Alessandro Rampinelli (legale difensore del sindaco), non è ancora stata presa una decisione in tal senso: valutazioni ancora in corso, se ne saprà di più la prossima settimana.

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Una volta che questa fase procedimentale di confronto tra Procura e difese sarà ultimata, i pm Terzo e Baccaglini chiederanno i rinvii a giudizio, su cui dovrà esprimersi il giudice per l’udienza preliminare. —

 

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