Inchiesta del Coni sull’istruttore hard
Rapporti con l’allieva del nuoto: la procura sportiva acquisisce foto e denuncia contro il coach iscritto all’albo Fin
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VENEZIA. Si muove anche la procura federale della Fin sul caso dell’allenatore di nuoto della provincia di Venezia, sotto inchiesta dalla magistratura per aver avuto “rapporti proibiti” con una sua allieva, promessa del nuoto trevigiana, all’epoca dei fatti minore di 16 anni. Secondo indiscrezioni, la procura sportiva della Federazione italiana nuoto (Fin) ha acquisito la documentazione depositata nella denuncia e ora è pronta, una volta terminata l’istruttoria, a chiedere un’eventuale provvedimento nei confronti del coach che risulta iscritto all’albo degli allenatori della Fin.
Due i protagonisti della vicenda. Da una parte un maturo allenatore di una squadra agonistica di giovani promesse del nuoto della provincia di Venezia. Dall’altra una promettente nuotatrice trevigiana di neanche 16 anni. Un caso molto delicato e complicato che è scoppiato alle soglie della scorsa estate. A maggio i genitori della ragazza, insospettiti dai continui mal di pancia che assalivano la figlia di 15 anni in coincidenza degli allenamenti, decidono di sottoporla a visite mediche. Il responso è negativo. Nessun problema medico.
A quel punto, padre e madre della ragazzina decidono di togliersi un dubbio che li assilla da tempo e cercano nel cellulare della figlia una risposta alle loro apprensioni. Analizzandolo e passando in rassegna le immagini, la trovano: nel cellulare ci sono oltre un migliaio di file e foto scambiate tra la ragazza ed il suo allenatore. Nulla di male, se non fosse che in quei file ci sono le foto della figlia nuda, numerose immagini che immortalano l’organo genitale maschile e soprattutto dei filmati che ritraggono il suo allenatore mentre si masturba. Il sospetto lacerante dei genitori, denunciato alla magistratura, è che tra l’allenatore e la figlia non vi sia stato soltanto uno scambio di immagini “senza veli” (attestato dal materiale allegato alla querela) ed ancor peggio di filmati che l’allenatore avrebbe inviato alla minorenne mentre compie atti di autoerotismo, fatti già di per sé gravi, ma che tra i due vi siano stati anche rapporti sessuali. Consenzienti. Ma che diventano reato se la ragazza è minore di 16 anni.
Da cosa trae origine questo sospetto? Da una foto, trovata sempre nel cellulare della ragazza, che immortala l’allenatore sorridente mentre, in auto, mostra lo stick di un test di gravidanza con, in evidenza, la scritta “negativo”. E da alcuni messaggi, scambiato tra la ragazzina ed una sua coetanea, nel quale manifesta il timore di essere incinta e delle reazioni che l’allenatore potrebbe avere avuto.
Mentre l’indagine della procura della Repubblica veneziana, competente per territorio in quanto la piscina si trova nella provincia lagunare, prosegue, ora sta muovendo i suoi passi anche la procura federale della Fin. L’allenatore, che si è autosospeso dall’incarico all’interno della piscina, evitando così eventuali provvedimenti del giudice delle indagini preliminari, è iscritto regolarmente all’albo della Federazione italiana nuoto. Ed è proprio per questo che si è mosso l’organo federale d’indagine sportivo. Nei giorni scorsi, la procura federale di Roma ha acquisito i documenti di denuncia e pure le immagini fotografiche che fanno parte del fascicolo d’inchiesta.
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