Incendio sul ponte dell’Accademia

Una bambina dà l’allarme, i gestori di un bar versano secchiate d’acqua, ma serve l’intervento dei vigili del fuoco

Ginevra tornava da una festa insieme alla sua mamma e si è accorta delle fiamme che stavano uscendo da “sotto” il ponte dell'Accademia. Così è stato dato l’allarme per il primo fuoco stagionale sul Ponte dell'Accademia.

È accaduto lunedì sera, verso le 23.30: i gestori del bar ai piedi del ponte hanno iniziato a gettare secchiate d’acqua sul piccolo rogo, senza però riuscire ad averne ragione, fino all’arrivo - in pochi minuti - dei vigili del fuoco, chiamati da un taxista di passaggio.

«Tornavamo dalla Guggenheim», racconta Silvana Di Puorto, «quando ad un certo punto, proprio ai piedi del ponte, lato Accademia, mia figlia ha detto che sentiva odore di bruciato: per fortuna che c’era lei, perché noi adulti non ci eravamo accorti di nulla e non si erano accorti nemmeno i turisti che transitavano, perché il vento spingeva il fumo nell’altra direzione. Abbiamo guardato meglio e in effetti si vedevano le fiamme, annidate, proprio sotto l’arcata. Abbiamo avvisato il personale del ristorante vicino, che al momento non si è troppo allarmato: aSuccede spesso», ci hanno detto. Quindi sono intervenuti. Ma dopo una, due secchiate d'acqua il fuoco era ancora lì, piuttosto subdolo. Un taxista nel frattempo ha chiamato i vigili del fuoco. E per fortuna i pompieri sono arrivati velocemente e con l’estintore hanno risolto il problema. Ma posso dire che mia figlia ha salvato il ponte dell'Accademia».

Il ponte in legno - che tra l'altro necessita di un restauro radicale, che dovrebbe finalmente partire a mesi - è spesso “vittima” di piccoli roghi provocati dall’incuranza incivile di chi getta a terra (per di più senza spegnerli) i mozziconi di sigaretta: in alcuni casi, nel passato, c’è stato anche chi li infilava apposta tra gli interstizi delle assi. Sono i mozziconi che poi incendiano la sporcizia che si trova all’interno degli interstizi.

Con un milione e settecento mila euro, finanziati interamente da Luxottica, la società di Leonardo Del Vecchio, uno dei grandi imprenditori italiani, che segue i passi già percorsi da Renzo Rosso con Rialto, è stato finanziato il restauro del ponte dell’Accademia.

Un restauro in piena regola e non un rifacimento per il ponte edificato nel 1932 e ristrutturato nel 1948 e poi nel 1984. L’unico ponte in legno ad attraversare il Canal Grande con la sua grande arcata di 48 metri e che è diventato uno dei simboli della città. Del progetto di restauro si parla da tempo anche perché erano stati evidenziati livelli di degrado del legno e del ferro, causato in particolare dal ristagno dell’acqua. (c.m.)

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