Incendio nella notte a Stra A fuoco il tetto di una villa
STRA. L’incendio in una villa dell’Ottocento in via Voltan distrugge completamente il sottotetto e provoca danni per decine di migliaia di euro. Il fatto si è verificato nella notte fra sabato e domenica. A causare le fiamme che hanno ridotto in cenere la copertura della dimora di pregio, è stato il malfunzionamento del camino.
La villa, che si trova a qualche centinaio di metri dalla famosissima villa Pisani, è stata costruita nel 1840: è utilizzata nei weekend dai proprietari. I quali sabato, vista la temperatura decisamente sotto la media del periodo, hanno deciso che per rendere più confortevole la casa, fosse preferibile riscaldarla accendendo il caminetto.
Ma proprio questo è stato il motivo scatenante dell'incendio, visto che la canna fumaria con ogni probabilità era ostruita. Con il passare delle ore il fumo si è accumulato e il calore all'interno della canna fumaria è lievitato sempre più, finché non è divampato un vero e proprio incendio che ha attaccato le travi in legno del sottotetto della dimora storica. Verso le 3 del mattino dalla casa e dal tetto si è levata una coltre di fumo bianca che è stata vista sia dai residenti delle abitazioni contigue alla villa, che da alcuni automobilisti in transito sulla Brentana.
Subito così sono scattati i soccorsi e sul posto è arrivata una squadra dei pompieri di Mira che si sono resi conto che una squadra da sola non bastava: per questo sono arrivate in supporto anche le squadre dei vigili del fuoco di Mestre e Padova Le operazioni di spegnimento sono durate parecchie ore, fino alla mattinata di ieri e i danni si aggirano sui 50 mila euro. Del fatto si è interessato anche il sindaco Caterina Cacciavillani: «Mi sono subito informata di cosa fosse accaduto», spiega. « Si tratta di danni ingenti ad una dimora di pregio anche se non catalogabile come una classica villa della Riviera del Brenta. Per fortuna l’incendio è stato circoscritto e non ha coinvolto i vicini beni monumentali».
Alessandro Abbadir
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia