Incendio all’istituto Sarpi si rafforza l’ipotesi dolosa

Dopo un giorno a casa, oggi in classe il migliaio di studenti evacuati martedì I pompieri escludono il corto circuito, il locale autoclave era aperto a tutti

VENEZIA. Visto il buon esito delle verifiche tecniche effettuate ieri dai vigili del fuoco, stamane l’istituto commerciale Paolo Sarpi ha riaperto le porte a studenti e docenti. L’impianto anti incendio del palazzo «funziona alla perfezione» e sono stati esclusi problemi all’impianto elettrico dell’edificio, dopo il principio d’incendio di martedì mattina, sviluppato nel locale autoclave, con l’evacuazione di un migliaio di studenti.

Il fumo, dunque, è alla spalle, tanto che l’assessore provinciale all’Edilizia scolastica, Giacomo Gasparotto - di comune accordo con la preside del Sarpi- Algarotti, Marina Perini - nel tardo pomeriggio di ieri ha firmato il nullaosta per la riapertura del palazzo storico in fondamenta di Santa Giustina e di proprietà della Provincia di Venezia. Le lezioni per gli studenti riprendono, quindi, tanto per gli allievi del Sarpi -Algarotti, che per i ragazzi del Bendetti, del Tommaseo e anche per le poche classi del Barbarigo, ospitate nelle stanze dell’istituto, e che - dopo un giorno di vacanza straordinaria e inaspettata - ritorneranno oggi sui banchi e nei corridoi dell’istituto.

Ma se le riprendono le lezioni, restano le indagini dei carabinieri e della Procura: che si tratti di un atto doloso o dell’incauto lancio di mozziconi di sigaretta (in un locale dove si trovarìva per altro materiale che non avrebbe dovuto essere accatastato lì ) - di certo l’incendio non è stato provocato da un surriscaldamentod ell’impianto o da un corto circuito, come hanno escluso ieri i pompieri del Comando provinciale: non c’è traccia della tipica fiammata sul quadro elettrico che accompagna un corto circuito. D’altra parte non c’è neppure la prova certa di un atto vandalico doloso, dal momento che anche le tracce di idrocarburi eprcepite dai “nasi” elettronici dei pompieri potrebbero essere riconducibili alla plastica che ha preso fuoco: ma la porta del locale è stata trovata aperta e qualcuno potrebbe essersi introdotto qui epr fumare. Così resta formalmente aperta l’indagine della Procura di Venezia, in attesa di una relazione più dettagliata dei vigili. La stessa dirigente scolastica Marina Perini dice che«in effetti, nel seminterrato si erano accumulati negli anni materiali di deposito, quando il Sarpi apparteneva ancora al Barbarigo, fino a poco più di un anno fa». Materiale andato a fuoco sprigionando fumo percepito in tutta la zona. «Non abbiamo mai avuto la chiave di quella porta, dal primo giorno che ci siamo insediati nell’edificio», ha detto la preside Perini, che frena su ulteriori ipotesi, «che spettano alla magistratura». Parere simile per l’assessore Gasparotto: «Dal lavoro dei nostri tecnici, emerge che le cause dell’incidente sono esterne all’impianto».

Marco Petricca

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