Incendio alla Ecoricicli, sotto accusa la sicurezza

L’indagine sull’incendio al centro di trattamento rifiuti ingombranti di Euroricicli, deve fornire diverse risposte a domande che riguardano la sicurezza dell’impianto nuovo entrato in funzione sei mesi fa. Diverse le anomalie emerse al momento dell’intervento dei vigili del fuoco giovedì. Dovrà essere ora l’inchiesta della Procura a chiarire eventuali responsabilità su un incendio costato alle casse di Ecoricicli, controllata da Veritaa, oltre due milioni di euro e che poteva avere conseguenze devastanti anche per le persone.
Sulla sicurezza del posto di lavoro, oltre alla relazione dei vigili del fuoco che servirà a chiarire le cause delle fiamme, c’è il lavoro dei tecnici dello Spisal. Quest’ultimi devono verificare se tutte le misure di sicurezza sono state rispettate. Ad iniziare dal fatto se gli operai presenti al momento dello scoppio dell’incendio, sono stati formati per gestire l’emergenza come previsto dal piano di sicurezza che ogni luogo di lavoro deve avere. Quando ci sono state le prime fiamme, come ha spiegato l’azienda oltre ad entrare in funzione l’impianto antincendio a pioggia, alcuni operai sono intervenuti usando anche degli estintori.
Ma la velocità di propagazione del fuoco è stata devastante. Poco dopo gli operai sono scappati senza poter far nulla. Una delle domande a cui l’indagine dovrà rispondere riguarda il responsabile della sicurezza e se ha tenuto un comportamento corretto durante l’emergenza. Ma soprattutto se il piano, appunto, di sicurezza è stato stilato in maniera corretto rispetto ai rischi legati al tipo di lavorazione. La velocità di propagazione delle fiamme fa sorgere dei subbi, agli investigatori, sull’adeguatezza del piano stesso.
All’inizio sono bruciati anche dei copertoni di automezzi riposti in un cassone. Sarebbero i responsabili del fumo nero che si è visto poco dopo lo scoppio dell’incendio e che ha creato allarme tra la popolazione. Ma cosa ci facevano i copertoni all’interno del capannone dove si trattano rifiuti ingombranti, ma non speciali?
Un altro aspetto sul quale gli inquirenti vogliono vedere chiaro è la presenza di bombolette spray all’interno dei mobili che vengono buttati nel trituratore. Una di queste sarebbe la causa dell’innesco dell’incendio. Per ammissione della stessa azienda altre volte erano finite nel trituratore, con i mobili delle bombolette. Ma non c’è controllo oppure non c’è formazione su chi deve fare queste verifiche?
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