«In via Fogazzaro si continua a pregare»

Esposto del comitato Cappuccina Piave sul centro culturale bengalese. Ranucci: cittadini ignorati
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Centro di preghiera islamico in via Fogazzaro Mestre
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Centro di preghiera islamico in via Fogazzaro Mestre

«In via Fogazzaro, nonostante le illegalità emerse, si continua nell’esercizio del culto». Mara Ranucci, portavoce del neonato Comitato Cappuccina-Piave, è tornata a scrivere a nome dei cittadini che si sono riuniti al Kolbe la settimana scorsa, è tornata a scrivere a sindaco, comandante polizia municipale, polizia di stato. Ribadisce: «Non siamo assolutamente contrari all’esercizio di qualsivoglia culto, l’essenziale è che venga svolto nei modi stabiliti dalla legge e nel rispetto di qualsiasi forma di legalità». E ancora: «Domenica, nonostante le accertate e reiterate illegalità emerse a seguito degli esposti presentati, si continuava nell’esercizio del culto. Nel silenzio dell’alba, a partire dalle 5.30 poco più o poco meno (come in tutti i santi giorni da anni a questa parte), è stata svolta la prima preghiera mattutina disturbando i condòmini che hanno le camere da letto immediatamente sopra e nelle vicinanze del locale. A metà mattinata è stata svolta anche l’attività con i minori che viene realizzata a gran voce e tutti in coro. Inspiegabilmente, fino ad oggi e per anni, a niente sono valse le telefonate e gli appelli alle istituzioni e alle forze di polizia perché si imponesse il rispetto dovuto al cittadino. Si sollecita un intervento urgente e immediato per il rispetto della legge e perché non si protragga oltre una situazione che è già stata ampiamente denunciata e riconosciuta come pericolosa, intollerabile e illegale».

Conclude: «In caso contrario ci si vedrà costretti ad agire in altre sedi. Il prolungato senso di abbandono in cui sono stati lasciati molti cittadini, inascoltati e ignorati, vedendo i loro diritti calpestati, ha prodotto l’inspiegabile situazione nella quale invece opera chi al di fuori della legalità si sente esentato dal rispetto di norme condominiali e sociali, nonché di leggi a cui indifferentemente sono tenuti tutti». Anche Luigi Corò, portavoce del comitato Cmp, ha nuovamente sollecitato un intervento, dopo l’esposto dei giorni scorsi. «È opportuno trattare questioni di questo genere con la delicatezza del caso», ha ripete l’assessore alla Sicurezza, Giorgio D’Este, «serve il rispetto delle regole, se quel luogo non è adatto, è chiaro che non possiamo favorire l’illegalità, cercheremo di capire come aiutare queste persone a pregare. In ogni caso non è stata presa una decisone, per ora». Oggi dovrebbe esserci un vertice che prenderà in esame il problema.

Marta Artico

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