In Veneto è tornato l’incubo West Nile, zanzare infette anche a Venezia

Un rodigino ricoverato per un’encefalite, esemplari positivi in altre tre province Coletto: scattata la sorveglianza. Palù: rischio anche di Dengue e Chikungunya
La zanzara veicolo di trasmissione del virus del Nilo
La zanzara veicolo di trasmissione del virus del Nilo

VENEZIA. La Culex infetta è presente ormai in tutto il Veneto. La zanzara responsabile della trasmissione del virus West Nile, ha colpito a Rovigo dove un uomo è stato ricoverato in ospedale per malattia neuro-invasiva. Ma esemplari di insetti risultati positivi sono stati catturati un po’ ovunque: nelle province di Treviso, Venezia, Verona e ieri anche a Padova. Solo Belluno e Vicenza risultano ancora zona franca.



Un ricovero. Quest’anno la zanzara infetta è stata intercettata per la prima volta il 12 giugno in una trappola a Villa Bartolomea di Verona. Le segnalazioni si sono estese via-via al restante territorio: a Padova alcuni esemplari catturati proprio ieri. Martedì, invece, c’è stata la conferma di laboratorio del primo caso di malattia neuro-invasiva: ad essere colpito un rodigino di 58 anni subito ricoverato nel reparto di Malattie Infettive. Spiega l’assessore alla Sanità Luca Coletto: «Il contagio umano nella forma neuro-invasiva non è fortunatamente frequente ma, quando si presenta, il sistema sanitario, già allertato, è in grado di riconoscere prontamente la malattia ed erogare cure efficaci». L’infezione di solito è asintomatica, nel 20% dei casi possono verificarsi sintomi di lieve natura. In un numero limitato di casi, in persone anziane e debilitate, si possono presentare complicanze neurologiche come encefalite e meningite.

Endemica in Veneto dal 2008. Superato da poco l’incubo della Plasmodium falciparum, la zanzara portatrice della malaria nella sua forma più grave e sospettata di aver punto mortalmente una bimba (in realtà, si è appurato, la trasmissione della malattia è avvenuta per un errore umano), il Veneto si trova ora a fare i conti con un altro esemplare della famiglia, responsabile appunto della trasmissione del West Nile. Il virus è stato isolato per la prima volta in Italia proprio in Veneto, nel 2008, nei laboratori dell’Università di Padova, nel sangue di un donatore rodigino asintomatico. Il professor Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia e direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova, tiene costantemente monitorata la presenza dei virus nella regione e ha studiato anche un vaccino. «Il lignaggio del West Nile oggi è diverso», precisa, «quello precedente proveniva dal bacino del Mediterraneo, ora dall’Europa dell’Est».

West Nile e le altre malattie. Ed è il professor Palù a lanciare l’allerta su altre malattie trasmissibili da zanzare infette; patologie arrivate da poco in Italia e in Europa e con cui anche i veneti potrebbero presto misurarsi. Eccole: chikungunya (in Romagna e a Roma), Dengue (in Camargue e Croazia, trasmessa dalla zanzara tigre) e poi la Crimea-Congo, una febbre emorragica trasmessa da una zecca. Come evitarne la diffusione? «Occorre intervenire sulle zanzare, attraverso la disinfestazione», spiega Palù, «Virologi ed entomologi stanno rivolgendo pressanti richieste in tal senso».

Disinfestazioni e fondi. Le disinfestazioni sono l’arma principale per fermare le zanzare infette. E infatti la Regione ha messo in piedi un programma che prevede tali operazioni sotto il controllo delle Usl. Ma c’è un ma: i Comuni hanno spesso le casse vuote e i soldi per le disinfestazioni non sempre ci sono. —


 

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