In tribunale il vigilante infedele

La Procura chiede la condanna di una guardia accusata di furto

MIRA. A mettere a segno i furti di carburante non era un ladro esterno, bensì una guardia giurata che avrebbe dovuto dare la caccia ai ladri. Questa la tesi dell’accusa: ieri, il pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo ha chiesto la condanna del quarantenne Fabio Mazzaglia, residente a Vigonza, a un anno e nove mesi di reclusione per furto aggravato. Stando al capo d’imputazione, approfittando del fatto di conoscere sistemi d’allarme e dei codici anti intrusione avrebbe per ben sei volte riempito il serbatoio della sua auto con il gasolio dell’Asl 13. A svolgere le indagini erano stati i carabinieri di Camponogara.

Mazzaglia era dipendente della «Axitea Security Evolution» e, stando al rappresentante della Procura, i furti, avvenuti nelle notti del 27 gennaio, del 23 febbraio, del 16 marzo dell’1 aprile, del 5 maggio e del 2 giugno, tutti nel 2013, non potevano che essere stati compiuti da lui, visto che in quelle sei occasioni era lui di servizio per controllare che non vi fossero intrusioni. Nessun furto di carburante era mai avvenuto quando c’erano altri suoi colleghi in servizio.

Ieri è intervenuto anche il suo difensore, l’avvocato Carlo Covi, il quale si è battuto per la sua assoluzione, sostenendo che non vi sono prove certe per addossare a Mazzaglia i furti. Inoltre, anche se fosse, l’avvocato ha sostenuto che il danno per la parte offesa alla fine avrebbe superato di poco i 100 euro. Inizialmente, l’imputato aveva anche ammesso di aver compiuto l’ultimo furto, quello per il quale era stato scoperto, ma ieri non ha voluto rispondere alle domande in aula e non ha riconosciuto quella sua ammissione di responsabilità iniziale. Il giudice monocratico Enrico Ciampaglia ha rinviato l’udienza per emettere la sentenza tra dieci giorni.

(g.c.)

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