In tre tornano dalle ferie, bilancio salvo
Chi era in ferie a Bibione ha subito detto che sarebbe rientrato. Chi era in montagna ha fatto sapere che non c’erano problemi. Così, uno dopo l’altro, tre consiglieri della Lista Brugnaro hanno fatto implodere la grana scoppiata proprio nei giorni di vigilia della grande festa estiva in Toscana del sindaco. Il tam tam di telefonate, mail e messagini alla fine ha funzionato: venerdì 29 luglio la maggioranza potrà contare su 21 consiglieri per affrontare la tormentata manovra di bilancio senza il rischio di non avere il numero legale.
Per qualche ora, infatti, prima che in tre rinunciassero a una giornata di vacanza già pianificata e annunciassero il rientro a Venezia alla volta di venerdì, il centrodestra ha temuto di presentarsi in Consiglio comunale in diciotto consiglieri, al limite dei limiti.
Tira un sospiro di sollievo il capogruppo Maurizio Crovato, che spiega: «Poiché siamo in tanti, non erano stati fatti bene i conti e alcuni consiglieri si erano segnati in ferie l’uno all’insaputa dell’altro. Allora è scattata la luce rossa. Ma in tre, che in realtà erano in vacanza qui vicino, hanno subito detto che rientravano. Evidentemente qualcuno aveva già fissato le ferie da tempo senza pensare che a fine luglio ci sarebbe stato il consiglio comunale sul bilancio».
Ad accorgersi che i conti non tornavano è stata la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano. Mandati gli avvisi, si era resa conto che in sette consiglieri della maggioranza venerdì 29 sarebbero stati in ferie. «Si sapeva del consiglio comunale da tempo», dice l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, «si troverà una soluzione».
Trovata la soluzione, nel cielo fucsia è ritornato il sereno. O quasi. Non commentano due consiglieri della lista Brugnaro», Marta Locatelli e Matteo Senno, «che insieme a Pellegrini, Pea, Casarin e Serena avevano fatto sapere che venerdì non ci sarebbero stati. Anche il consigliere di Forza Italia, Lorenza Lavini, aveva avvisato che sarebbe stata assente. Troppi? Troppi. E così è scattato l’invito a rientrare.
Diciotto, infatti, era sembrato un numero troppo risicato, senza paracadute in caso di improvvisa malattia di un consigliere o di un imprevisto.
Poiché il bilancio resta l’atto politico più importante di una maggioranza di governo, la revoca delle ferie è stata una conseguenza immediata per evitare brutte figure o, nel caos in cui l’opposizione decidesse di lasciare l’aula, di mandare tutto all’aria e andare tutti a casa.
Di qui l’urgenza di rintracciare i consiglieri che avevano già messo il costume in valigia per raggiungere il numero di almeno venti consiglieri. In realtà, stando ai conti di ieri, saranno ventuno, così se malauguratamente a uno venisse il mal di denti il bilancio sarà salvo lo stesso.
Manuela Pivato
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