In tre anni 1.200 “clienti” per gli avvocati di strada

Hanno in media tra i 50 e i 60 anni di età e in prevalenza sono maschi e di nazionalità italiana, finiti per strada spesso a causa di un licenziamento o di separazioni o divorzio, con strascichi giudiziari dovuti al mantenimento dei figli e dell’ex consorte. Molti di loro sono i cosiddetti “senza fissa dimora” – persone che conducevano una vita “normale” e per diversi motivi sono finiti sulla strada – senza diritti e abbandonati da tutti, oppure una dimora ce l’hanno ma si trovano a vivere in situazione di grave o gravissima marginalità. Per loro la cooperativa sociale Gea ha istituito dal 2005 – su iniziativa del giovane e compianto avvocato Marco Giacomini – dello “Sportello assistenza legale” che tra Mestre e Venezia conta sull’attività gratuita di una decina di avvocati per pratiche che si riferiscono ad ambito civilistico, penalistico ed amministrativo.
Dello “Sportello” si parlerà giovedì dalle 17 alle 20 al Centro Culturale Kolbe (in via Aleardi 156 a Mestre) – nell’incontro dal titolo “L’avvocato volontario e l’assistenza legale di strada”, organizzato da Cooperativa sociale Gea, Centro Culturale Kolbe e Lions club Mestre Host, Ordine Avvocati di Venezia, Camera Civile Veneziana, Camera Penale Veneziana “Antonio Pognici”, Fondazione Feliciano Benvenuti e Ordine Giornalisti del Veneto. Interverranno avvocati, amministratori pubblici e giornalisti, moderatrice del dibattito sarà la giornalista Nicoletta Benatelli con le conclusioni dell’avvocato Mauro Pizzigati.
Allo “Sportello” si sono rivolti, dal 2014 al 2017, ben 1.200 persone in stato di bisogno e sono state avviate 222 pratiche legali per questioni che riguardano diritti di cittadinanza (carta di identità, accesso ai servizi, riconoscimento invalidità), diritto di famiglia (separazione, divorzi, patria potestà), problematiche legate al lavoro, la precarietà abitativa, sfratti, la partecipazione a i bandi delle case popolari. Per gli stranieri – con in testa gli africani – la questione cruciale invece è il permesso di soggiorno e la regolarizzazione della propria posizione.
L’idea dello “Sportello legale” è nata dopo la morte sulla strada di un senza dimora utente del servizio di Cooperativa Gea: l’uomo era deceduto per strada. Per settimane gli operatori lo hanno cercato e hanno scoperto che fin dal giorno della sua morte, era stata tenuta in obitorio all’ospedale di Umberto I, visto che nessuno ne aveva reclamato il corpo. In realtà il senza dimora deceduto aveva con sé degli effetti personali e tra questi c’era anche un bigliettino con nomi e numeri di telefono degli operatori della Cooperativa Sociale Gea, ma nessuno era stato contattato. Da allora gli operatori iniziarono allora un confronto con l’avvocato Marco Giacomini e decisero insieme di prendere contatti con un’associazione di avvocati di strada di Bologna.
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