In piazza Ferretto un negozio su tre è chiuso: a Mestre si spegne il salotto cittadino
Dopo Geox lascia anche Max & Co., il commercio muore. Ma la lista delle serrande abbassate è lunga: 19 su 55

MESTRE. L’ultimo della lunga lista è Max & Co., che lunedì scorso ha abbassato definitivamente le saracinesche, lasciando vuoto lo spazio al civico 66 di piazza Ferretto. Troppo scarsi gli affari, il marchio ha deciso di concentrarsi sul punto vendita veneziano in campo San Salvador, decidendo per l'epilogo del locale più piccolo. Appena una manciata di giorni prima ad affrontare lo stesso destino era stato Geox, con il portone al 29 della piazza chiuso a tripla mandata.
Si spengono le luci su piazza Ferretto, cuore di Mestre; cuore che non riesce più a “pompare”. È l'epilogo del commercio. E, trattandosi di economia, meglio di qualsiasi discorso lo spiegano i numeri: i 19 negozi chiusi nel totale dei 55 della piazza. Più di tre su dieci.
Lo mostrano bene i fogli di giornale sui vetri, i calcinacci sul pavimento dei locali deserti, gli escrementi dei colombi che rigano le porte di negozi. Vetrine come volto di una crisi iniziata anni fa e nella quale si è inserito il Covid, quindi il lockdown, quindi l’ulteriore crisi. Che è stata il colpo di grazia, che ha acceso la luce mostrando quello che, in realtà, c’era già: una Mestre che non c’è più. L’immagine che, nonostante il passare degli anni, continua a essere un pugno nello stomaco è il cartone che copre il vetro del portone principale del “cinematografo” Excelsior, al civico 14.
Gioiellino in stile Liberty, che nel 2014 - dopo oltre un secolo di onorata carriera - ha dovuto cedere il passo, con l’apertura del multisala Candiani. Questo sarà acquistato dal Comune, a dimostrazione del fatto che la crisi morde ovunque. Lì a fianco, al civico 20, c’era una gelateria, che ha avuto poca fortuna. Altra storia quella della gelateria 3G, all'82 di piazza Ferretto, costretta a chiudere cinque anni fa, non riuscendo più a sostenere affitti tanto elevati. Troppo larga la forbice tra spese e incassi, nonostante la fila di mestrini, ogni pomeriggio, «per mangiare il gelato da 3G». Secondo voci, il locale - ora interessato da lavori di ristrutturazione - sarebbe stato acquistato da Biasetto.
È poi celebre la vicenda di Dentix, la clinica dentale al civico 37 della piazza. Fallita, come si legge sul foglio che campeggia sul portone e come si capisce dalla decina abbondante di avvisi di giacenza ammassati sullo zerbino interno.
Ma le prime vittime della crisi sono i negozi di abbigliamento. Appare come un’oasi nel deserto Callegaro, la gioielleria circondata dai fu Sisley al 92, Kartell al 90, Pepita all’88/C, Ottomarzo all’88 e Rinascimento all’86.
Un lungo tratto di un lato della piazza che praticamente non c’è più. Con i mestrini che, nel loro giro domenicale, di fronte alla sfilza di locali vuoti sono costretti a tirare dritti.
Ma la crisi batte forte per tutti. Per questo il negozio di abbigliamento La suite ha deciso di chiudere il punto vendita al civico 1 di piazza Ferretto, concentrandosi sulla boutique a San Marco.
E ha chiuso anche la grande profumeria Douglas, ai civici 5 e 7. E luci spente anche alla Vodafone, al civico 21, e da Yamamay al 49. Mentre il negozio di abbigliamento Luisa Spagnoli si è trasferito dal 31 all’83, lasciando vuoto il vecchio spazio.
Il lungo giro di piazza Ferretto termina sotto i portici alla sinistra dello storico bar Stendardo. Lì, una volta, c’erano i negozi di abbigliamento Inox (al civico 34), Black Watch (al 40 e al 42) e l’agenzia di viaggi Rallo (al 36 e 38). Ora non c’è più nulla. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video