In ospedale per una caduta imprenditore resta invalido
L’avvocato del professionista: «Il mio cliente ha contratto una grave infezione nel lungo ricovero che ora gli impedisce di lavorare». Usl 4 portata a processo
SAN DONÀ. Ricoverato in ospedale per una banale caduta, contrae una grave infezione e ora si trova a dover convivere con un’invalidità superiore al 90 per cento. È un calvario quello che F.M. , 55 anni, ha vissuto dal 2015 a oggi. L’uomo, un ex imprenditore di San Donà, si è rivolto all’avvocato Franco Zorzetto, che ha chiamato in causa l’Usl 4 per accertare le eventuali responsabilità e i danni causati dai ricoveri. La prima udienza della causa civile si è svolta davanti al Tribunale di Venezia e il giudice ha disposto la nomina di un consulente tecnico (Ctu) per accertare quanto lamentato da F.M.
La vicenda ha inizio il 15 settembre 2015, quando il 55enne è stato ricoverato in ospedale a San Donà per una caduta che gli ha causato fratture plurime agli arti superiori e inferiori. L’uomo rimase nel nosocomio sandonatese fino a novembre, per essere poi spostato all’ospedale di Jesolo, nel reparto di degenza fisica riabilitativa. Qui è rimasto fino al 29 febbraio 2016, quando è stato trasferito all’ospedale All’Angelo di Mestre, a causa di una gravissima infezione. Che per l’avvocato Zorzetto non v’è dubbio essere stata contratta in ambito ospedaliero.
«Al signor F. M. non sarebbe mai venuto in mente che una caduta avrebbe avuto come conseguenza, dopo oltre cinque mesi e mezzo di ricovero in strutture dell’Usl 4, la sua distruzione fisica per un’infezione contratta nell’ambito ospedaliero», spiega l’avvocato Zorzetto, «a causa dell’infezione, F.M. , già portatore di valvola cardiaca, fu costretto a subire nell’aprile 2017 anche un delicato intervento di sostituzione della stessa, durato oltre 12 ore, nel reparto di cardiochirurgia di Treviso. Le gravi conseguenze al mio assistito, dopo tale intervento, sono state documentate nella consulenza medica disposta sulla sua persona, che ha accertato una condizione di invalidità a titolo di danno biologico superiore al 90 per cento, con la perdita di qualsiasi capacità lavorativa».
La causa è all’inizio, ma già non sono mancati gli scontri tra le parti. «L’Usl 4, al posto di chiedere scusa o svolgere una difesa generica, ha scelto di addossare al ricorrente qualsiasi responsabilità nella successione dei fatti accadutegli, senza aver nemmeno compreso cosa gli sia successo», conclude Zorzetto, «premettendo che la sede per l’accertamento delle responsabilità è altrove, non è tollerabile l’atteggiamento dell’Usl 4, perché i tempi di Davide e Golia non sono più accettabili nella nostra epoca. E anche perché le persone che hanno subito danni, in questo caso gravissimi, hanno sempre diritto a essere rispettate».
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