In moto contro auto, muore dopo 12 ore

Giampaolo Presotto, 64 anni, si è scontrato con una Opel mentre rincasava a Biverone. Inutile il trasferimento a Mestre
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. STINO DI L. - IL LUOGO DELL'INCIDENTE A BIVERONE
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. STINO DI L. - IL LUOGO DELL'INCIDENTE A BIVERONE

SAN STINO. Non si accorge di un’auto che sta facendo retromarcia per uscire dal parcheggio di una panetteria, gli finisce addosso con lo scooter e muore dopo 12 ore di agonia. È spirato ieri mattina nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Mestre Giampaolo Presotto, negoziante di ferramenta e agricoltore. Aveva 64 anni.

L’uomo, residente in via Biverone nell’omonima frazione di San Stino, giovedì pomeriggio attorno alle 18. 30 stava tornando da Sette Sorelle, località dove lavora in alcuni appezzamenti terrieri di sua proprietà, in sella al suo Gilera. Dopo aver disegnato la curva, che dall’argine immette su un lungo rettilineo in via Biverone a pochi metri da casa sua, Presotto è finito addosso a una Opel Astra condotta da un suo conoscente e vicino di casa, un 36enne che abita sulla stessa via. Ieri mattina, dopo il decesso, l’automobilista risulta indagato (come atto dovuto) per omicidio stradale dalla Procura di Pordenone. I suoi conoscenti hanno riferito che non si dà pace.

I soccorsi erano stati tempestivi. Ma vista la gravità delle condizioni di Presotto gli operatori sanitari hanno preferito trasferirlo all’ospedale dell’Angelo di Mestre, mentre gli agenti della polizia locale di San Stino procedevano per i rilievi di legge. Purtroppo il ferito non ha più ripreso conoscenza, e ieri mattina è deceduto.

La svolta drammatica dell’incidente di giovedì ha fatto piombare nella disperazione i familiari. Giampaolo Presotto infatti lascia nel dolore la moglie Naida, come lui attivissima nel negozio di ferramenta che si trova nello stesso stabile della loro casa. La signora Naida è anche molto attiva nel volontariato: è una delle donne “tuttofare” della parrocchia di Biverone. Ne piangono la scomparsa anche i figli Gianni e Veronica, entrambi laureati. Il padre era molto orgoglioso di loro.

A Biverone il dolore della popolazione si tocca con mano. Qui tutti sono amici tra di loro, e i rapporti di conoscenza sono come una volta: ci si dà una mano l’uno con l’altro. «Siamo molto addolorati», spiegano gli amici, «il negozio di ferramenta di Giampaolo è un punto di riferimento importante per il paese. Qui le attività stanno scomparendo e lui resisteva. Era animato anche dalla passione per l’agricoltura. Giovedì, prima di andare nei campi a Sette Sorelle aveva anche adoperato il trattore. Siamo affranti».

La Procura sta analizzando il rapporto dei vigili di San Stino e per il momento nessuno si sbilancia, soprattutto sulla dinamica. Resta il fatto che il problema di sicurezza viaria in via Biverone non trova per il momento alcuna soluzione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia