In mensa con il panino, il sì di Chirignago e i dubbi delle scuole
MESTRE.Panino libero a scuola. I dirigenti delle scuole veneziane stanno cominciando ad attrezzarsi dopo la sentenza del Tribunale di Torino che ha decretato che il panino a scuola è un diritto di tutti rigettando il reclamo presentato dal Ministero dell'Istruzione contro l'ordinanza che estendeva la facoltà di consumare il pranzo fatto dai genitori nei refettori scolastici comunali.
Già alla fine della scorsa settimana c’era stato il primo passo avanti formale, due circolari - l’una rivolta ai docenti e l’altra ai genitori - firmate dal preside Roberto Bareton dell’istituto comprensivo Morosini che aprono alla possibilità, da parte delle famiglie, di fornire i pasti da consumare a scuola ai propri figli. Lunedì invece è stata Daniela Mazza, dirigente dell’istituto Colombo di Chirignago, a rendere note, con una circolare, le istruzioni da seguire dopo che alcuni genitori hanno comunicato di non volere avvalersi del servizio mensa. «Entro la data di inizio mensa l’assistente amministrativa dell’Area alunni consegnerà ai responsabili di plesso l’elenco degli alunni i cui genitori hanno presentato richiesta di esonero dal servizio di refezione scolastica comunale», si legge nella circolare, dove è precisato che gli «alunni mangeranno il pasto preparato dalla famiglia nello stesso locale mensa dei compagni di classe. Qualora il numero degli alunni superi le 5 unità il responsabile di plesso prevederà un tavolo separato che dovrà essere vigilato da uno dei docenti delle classi coinvolte. Se il numero sarà inferiore, ciascun docente sorveglierà gli alunni della propria classe per evitare che avvenga scambio di cibo tra un alunno e l’altro, come già previsto durante l’intervallo per gli alunni allergici, intolleranti o a dieta speciale».
Di come risolvere una vicenda che, agli occhi di molti dirigenti, rimane ancora confusa, si è discusso venerdì in una riunione tra una decina di dirigenti che c’è stata alla scuola Giulio Cesare di Mestre. «Stiamo cercando di risolvere al meglio la vicenda, confrontandoci tra di noi», spiega la dirigente Mirella Topazio, dell’istituto Don Milani della Gazzera, «con l’obiettivo di trovare la soluzione migliore per i bambini». Certo non aiuta, rileva, il fatto che sulla battaglia che si è consumata al tribunale di Torino - di cui l’ultimo capitolo è stato la bocciatura del reclamo del Miur - non sia arrivata alcuna comunicazione ufficiale da parte del ministero dell’Istruzione o dell’amministrazione comunale, che a Venezia non sa ancora bene come muoversi.
Ma come si comporterà l’istituto con le famiglie che hanno richiesto di poter portare il pasto da casa? «E’ evidente che non potrò lasciare i bambini a casa», spiega la dirigente, «ma si tratta di trovare una soluzione che sia la migliore possibile per i bambini. Ci stiamo lavorando in questi giorni». E infatti all’istituto Don Milani circolari ancora non ce ne sono. Cauto anche Roberto Gaudio, preside reggente all’istituto Trentin di Mestre: «Una decisione non l’ho ancora presa perché bisogna capire, dal punto di vista giuridico, gli effetti della sentenza, ma sarebbe importante prendere una decisione comune in tutto il territorio scolastico».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia