«In malafede chi contesta il corso anti sessismo»

La polemica sollevata dall’assocazione Famiglie Numerose contro la Provincia Maria Elena Tomat: «Sono incredula, abbiamo seguito indirizzi europei»
Di Carlo Mion

Incredulità e sconcerto per la presa di posizione dell’associazione Famiglie Numerose che ha criticato aspramente il corso di formazione organizzato al Gritti dalla commissione Pari opportunità della Provincia su “stereotipi di genere”. E mentre Maria Elena Tomat, presidente della commissione, si dice sconcertata, don Giovanni, parroco della chiesa di San Giovanni Evangelista di Mestre, precisa che lui ha pubblicato la lettera dell’associazione senza entrare troppo nei contenuti ma solo per mettere in guardia i genitori. La polemica è scoppiata sul fatto che la Provincia ha organizzato un corso per educatori e insegnanti di scuola elementare materna per affrontare con i bambini il tema degli “stereotipi di genere”, cioè su come vengono utilizzate le figure maschile e femminile nella pubblicità. In sostanza far capire ai ragazzi che l’immagine della donna muta che fa la valletta e del maschio intelligente che svolge un lavoro impegnativo sono appunto degli stereotipi perché nella realtà esistono donne che svolgono lavori importanti per la società e rischiosi quanto quelli degli uomini.

Ma a quanto pare il tema del corso non viene compreso dagli aderenti dell’associazione Famiglie Numerose che insorgono. Marco Del Pra, uno dei soci, scrive una lettera al presidente Francesca Zaccariotto. Nella lettera è sottolineato: «Nel corso promosso dalla Provincia di Venezia gli insegnanti saranno formati per esaminare le tendenze dei bambini fin dalle scuole materne e verificare a quale "genere" appartengono (maschio, femmina, gay, ecc). La chiamano teoria del Gender. Un modo per avviarsi alla distruzione della famiglia, e di conseguenza della società in cui viviamo».

«Manifesto la mia incredulità e il mio sdegno. È veramente singolare che si debba rendere conto di una programmazione basata su documenti di indirizzo del Miur, del Ministero per le Pari opportunità, del Parlamento Europeo, del Consiglio d'Europa e della Cedaw», sottolinea la presidente della commissione Pari Opportunità, Maria Elena Tomat.

«I progetti della Commissione, così come tutta la documentazione relativa, sono da sempre consultabili sul sito provinciale e rispondono a criteri di trasparenza. Nulla è mai stato fatto di nascosto. Chi vi ha voluto rilevare tematiche o modalità diverse da quelle effettuate e dichiarate, lo ha fatto evidentemente sulla base di un pregiudizio o in malafede», ribadisce la presidente. «Il mio auspicio è che le insegnanti che stanno seguendo il corso di formazione proposto possano lavorare in totale serenità, senza essere coinvolte in polemiche pretestuoso che non possono che recare danno alla scuola e i ragazzi».

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