In corsa solo Fincantieri per la manutenzione del Mose

Due imprese escluse dalla gara: «Non hanno i requisiti». Ricorsi in arrivo, nuova riunione per l’apertura delle offerte il 25 marzo. Appalto da 18 milioni

VENEZIA. Falsa partenza per la prima gara per la manutenzione del Mose. All’apertura delle buste due delle tre cordate concorrenti sono risultate «non in possesso dei requisiti», cioè un fatturato adeguato. Si tratta della friulana Cimolai, impresa che ha realizzato le prime paratoie della schiera di Treporti, e della croata Brodosplit, che ha realizzato tutte le altre. Dovrebbero quindi essere escluse dalla gara, con affidamento automatico alla terza Ati, composta dal colosso Fincantieri e dalla Fagioli, ma anche dalle veneziane Berengo, Sirai, Nautilus. Un colpo di scena che adesso provocherà sicuramente ricorsi da parte delle escluse. E nel momento in cui dovessero essere riammesse, anche della terza impresa. Nuove difficoltà che si aggiungono al percorso a ostacoli della conclusione del Mose.

La gara di appalto sulla manutenzione era stata già prorogata di 17 giorni. Prevede di assegnare 18 milioni 250 mila euro per la prima grande manutenzione del sistema, dopo gli inconvenienti verificatisi alla prima «movimentazione». Le paratoie infatti non erano rientrate nei loro alloggiamenti sul fondo della laguna, e sono ancora in quella posizione per sabbie e detriti.

La gara prevede adesso di staccare le prime paratoie dal fondo e trasportarle all’Arsenale. Dove saranno riverniciate con uno speciale trattamento contro la corrosione, e dotate di strumentazioni che ne possano trasmettere i comportamenti alla centrale in caso di mare agitato. Un modo, secondo il Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti, per rispondere alle critiche tecniche avanzate dalla società Principia su «oscillazioni e risonanza» in caso di onde e maltempo eccezionale.

I tempi

Ma adesso i tempi dell’affidamento sono destinati ad allungarsi, e con essi i tempi generali del completamento dell’opera. Si saprà qualcosa in più il 25 marzo, data fissata dalla commissione, presieduta dai due commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola per l’apertura delle buste che riguardano l’offerta economica.

Malamocco

Nella bocca di Malamocco sono intanto partiti ieri i lavori affidati alla ditta Coedmar per la sistemazione dell’area e la realizzazione delle strutture complementari – ridotte nelle dimensioni rispetto al progetto originale – e la demolizione dei pilastrini, a conclusione dei lavori di cantiere della prima fase. Sempre a Malamocco la Cimolai dovrà intervenire per la riparazione della conca di navigazione, danneggiata dal maltempo qualche anno fa.I parlamentari Cinquestelle hanno annunciato durante la loro visita a Venezia la nomina di un terzo commissario da affiancare a Fiengo e Ossola. Un altro gruppo di Cinquestelle aveva sollevato in una interrogazione il problema dei costi. Il governo ha anche approvato una norma per nominare commissari per le opere ferme o in grave ritardo. Ma in questo caso si tratta di amministratori straordinari nominati dall’Anticorruzione e dal prefetto di Roma dopo lo scandalo Mose.

I contenziosi

Avvocati al lavoro sulle carte del Mose. Sono ancora tanti i contenziosi aperti. Di richiesta danni da parte dei commissari alle imprese per «lavori non fati a regola d’arte». Dalle imprese al Consorzio. Compresa l’ultima citazione con richiesta di risarcimento dell’impresa Mantovani, azionista di maggioranza del Consorzio, ai commissari. 197 milioni di euro. Se il Mose è in ritardo e non funziona, scrive Mantovani, la colpa è dei commissari. Il presidente Anac Raffaele Cantone ha annunciato la sua costituzione in giudizio in difesa dei commissari.


 

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