In cinquecento per l’addio a Morandina

Campagna Lupia. Politici e semplici cittadini alla doppia cerimonia: civile al palazzetto dello sport e religiosa a San Pietro
Di Alessandro Abbadir
BACCARIN - CONVEGNO DS. FELICE CASSON BACCARIN - CONVEGNO DS
BACCARIN - CONVEGNO DS. FELICE CASSON BACCARIN - CONVEGNO DS

CAMPAGNA LUPIA. Una folla commossa ieri ha detto addio all’esponente del Pd Renato Morandina, ex consigliere regionale ed ex presidente dell’Apt di Venezia. Morandina è morto sabato scorso colpito da un infarto nella sua abitazione a Camponogara. C’erano oltre 500 persone al Palazzetto dello sport di Prozzolo, dove si è tenuta la cerimonia civile, che poi si sono unite a chi ha attendeva nella chiesa di San Pietro a Campana Lupia, per dare l’ultimo saluto, religioso, a un uomo che con la sua azione ha segnato il territorio.

È arrivato anche l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, oltre ai deputati Michele Mognato, Davide Zoggia e Andrea Martella e ai sindaci del Pd della Riviera del Brenta e del Miranese. Non mancavano politici dello schieramento opposto, come il sindaco di Scorzè Giambattista Mestriner, e in chiesa a Campagna Lupia il sindaco Fabio Livieri. Zoggia, ha ricordato la passione con cui l’amico Morandina parlava e si occupava della Riviera del Brenta e della sanità pubblica. «Renato», ha ricordato Zoggia, «parlava di sistema sanitario, della necessità di garantire la salute a tutti e lavorava perché non ci fossero smembramenti che penalizzassero i territori. Emblematica la sua lotta per l'affermazione e la specializzazione dei poli ospedalieri di Dolo e di Mirano. Una battaglia dura e lunga che lo ha visto protagonista insieme a tanti operatori sanitari e in particolare al professor Piero Pascotto, scomparso anch’egli di recente. Due visionari che hanno fatto della sanità veneta un modello a livello nazionale. Ricordo gli anni in cui presiedeva l’Apt di Venezia e della Riviera del Brenta, e li ricordo come anni in cui il turismo rialzava la testa e in cui Renato combatteva il provincialismo che tendeva a isolare la Riviera del Brenta da Venezia». Anche il parroco di Campagna Lupia ha avuto parole di stima. «Tutta questa gente, questi sindaci e amministratori, caro Renato», sono le parole di don Giuseppe Masiero, «sono il segno dell’affetto e dell’impegno generoso che tu per tutta la vita hai avuto per il tuo territorio».

Morandina era originario di Campagna Lupia. Esordì in politica nel 1965 come consigliere comunale della Dc. Aveva cominciato la sua carriera politica nelle Acli, ma a metà degli Settanta era approdato al Partito Comunista Italiano. Per dieci anni dal 1980 al 1990, era stato consigliere regionale, accanto a Valter Vanni in commissione cultura e scuola, in commissione lavoro. A metà degli anni Novanta, in piena Tangentopoli, era stato coinvolto in una vicenda di finanziamenti illeciti al Pds veneto da parte della Fiat, fu interrogato dal Pm Antonio Di Pietro, vicenda che fu poi archiviata senza condanne. Il suo ultimo incarico istituzionale, era stato come presidente dell’Azienda di promozione turistica (Apt) della Provincia dal 2002 al 2009. Il suo impegno nel partito comunque era continuato fino alla fine. Dopo il funerale è stato sepolto nella tomba famiglia del cimitero di Campagna Lupia. Lascia la moglie Franca, la figlia Beatrice, il fratello Ezio e tanti nipoti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia