In causa dal giudice contro gli Armeni

Un commerciante del Lido chiede la restituzione della cauzione versata per l’affitto alcuni anni fa

Costretto ad avviare una causa contro la Congregazione Armena Mechitarista dell’Isola di San Lazzaro perché non vogliono restituirgli la cauzione che aveva versato al momento della firma del contratto di locazione del negozio e l’indennità da perdita di avviamento commerciale. Ha già ottenuto un decreto ingiuntivo dal Tribunale per 20 mila euro. È la vicenda di un piccolo e anziano commerciante del Lido, che ha gestito fino a due anni fa un negozio di alimentari al Lido, in via Sandro Gallo 61.

Nel 2011 era scaduto il contratto d’affitto che gli Armeni non gli hanno più rinnovato e Carmine Di Bianco ha chiuso bottega e si è messo in pensione, chiedendo però che gli venisse restituita la cauzione e il resto. Nella comparsa di costituzione presentata dal suo legale, l’avvocato Agnese Gemin, sono descritte le peripezie che sta affrontando per riavere ciò che gli è dovuto.

Per quel locale pagava quasi 900 euro al mese, quando è scaduto il contratto ha lasciato e in seguito, anche attraverso il suo legale, ha chiesto più volte, anche per iscritto, di riavere i suoi soldi e gli avvocati dell’altra parte avrebbero più volte «riconosciuto di dover restituire le somme, adducendo tuttavia una momentanea scarsa liquidità da parte del loro cliente». Il commerciante, ormai in pensione, ha atteso la restituzione e nel frattempo, lo scorso anno, ha cancellato la società di cui era titolare e attraverso la quale gestiva l’attività di alimentarista. Ora, la Congregazione Armena sostiene che la richiesta di Carmine Di Bianco non sarebbe più legittimata avendo lui cancellato la sua società dal Registro delle imprese. Il suo legale respinge la tesi, sostenendo che più volte ha chiesto la restituzione dei soldi senza avviare alcuna azione giudiziaria e che lo ha fatto per venire incontro alle esigenze dell’altra parte.

Con questa argomentazione «la controparte pretende di conferire dignità giuridica», si legge nella comparsa firmata dall’avvocato Gemin, «ad una condotta tanto illegittima quanto inaccettabile: la mancata restituzione a Carmine Di Bianco dell’indennità da perdita di avviamento e addirittura della cauzione a suo tempo versata sono del tutto immotivate e hanno indebitamente arricchito la Congregazione Armena a scapito di un piccolo imprenditore, che nell’affidarsi incautamente alla buona fede altrui, è stato di fatto privato dei diritti maturati dopo una vita di lavoro».

Per tutti questi motivo il legale dell’ex commerciante chiede che il Tribunale rigetti il ricorso degli avvocati dell’altra parte e confermi il decreto ingiuntivo che ordinava alla Congregazione Armena di versargli i 20 mila euro. (g.c.)

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