In casa 200 uccelli di specie protette

Scoperti dalla polizia provinciale a Campolongo: pettirossi, gazze, cardellini, fringuelli. Sono stati tutti liberati
Di Alessandro Abbadir

CAMPOLONGO. Blitz della polizia provinciale in un’abitazione di Campolongo Maggiore, a ridosso della frazione di Bojon, vicino alla laguna: gli agenti scoprono che il proprietario deteneva illegalmente oltre 200 esemplari di uccelli di specie protette. Gli uccelli sono stati rimessi in libertà già questa settimana. L’operazione è scattata quando due pattuglie della polizia locale della Città Metropolitana di Venezia (ex polizia provinciale ora incorporata nel Servizio di Vigilanza Regionale), nel corso di una serie mirata di controlli del territorio rurale, hanno individuato in una voliera nel giardino di un’abitazione un esemplare di gazza e delle tortore dal collare. Gli agenti hanno voluto controllare cosa c’era all’interno della proprietà. Il proprietario aveva, in un grande numero di gabbie, varie specie di avifauna selvatica: tortore dal collare, pettirossi, gazze, lucherini, cardellini, passere scopaiole, verdoni, verzellini, storni, cinciallegre, merli, tortore selvatiche, fringuelli, per un totale di circa 200 esemplari. Alle richieste degli agenti del perché avesse con sé tanta fauna selvatica, l’uomo non ha voluto dare spiegazioni.

A questo punto il proprietario dell’abitazione e detentore degli uccelli è stato denunciato all’autorità giudiziaria e gli uccelli sono stati liberati immediatamente dopo aver redatto gli atti necessari e trasmessi alla Procura della Repubblica di Venezia.

«Questo episodio ha avuto esito positivo», spiegano gli agenti dell’ex polizia provinciale, «grazie al quotidiano controllo del territorio rurale, caratteristica specifica di questo servizio».

Sono giunti subito apprezzamenti dalle varie associazioni ambientalistiche dopo aver saputo che gli esemplari sono stati rimessi in libertà senza aver subìto danni evidenti.

Ora si cercherà di capire se nella zona qualcun altro aveva questo tipo di “hobby”. Non è escluso infatti che gli uccelli fossero catturati per poi essere rivenduti. Un aiuto per risolvere casi come questi arriva agli agenti anche dagli stessi cacciatori e ambientalisti, che segnalano situazioni sospette.

Sulla questione interviene l’assessore regionale Giuseppe Pan: «Mi complimento con la polizia provinciale di Venezia per questa importante operazione. Il nuovo servizio regionale di vigilanza faunistico venatorio assicura l’uniformità e il coordinamento delle funzioni di controllo in tutto il territorio. Agli agenti è affidato il compito di vigilare su tutela e salvaguardia della fauna selvatica e dell’attività di caccia, sulla fauna ittica e sulla pesca nelle acque. Controllano le attività e i mercati agricoli, l’impiego di prodotti e fitofarmaci nelle colture e le frodi agroalimentari. Infine spetta a loro ogni ulteriore compito che leggi regionali e nazionali abbiano affidato alle polizie provinciali, come la vigilanza in materia di cave o di accoglienza e turismo».

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