In campo Riccardo Selvatico aperti solo bar e ristoranti

Il caso limite di Cannaregio, proprio davanti alla sede di Italia Nostra. Dilagano i depositi bagali e i distributori di banconote. La Municipalità: «Adesso basta»
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 12.09.2019.- Campiello Riccardo Selvatico con 4 Bar.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 12.09.2019.- Campiello Riccardo Selvatico con 4 Bar.

Quattro bar-ristoranti nello stesso campiello. Negozi e banche spariti, rivendite di cibo dappertutto. Non è più nemmeno una novità, perché in città i bar e i negozi di food spuntano come funghi. Ma il caso di campiello Riccardo Selvatico, a Cannaregio, pochi metri da campo Santi Apostoli è quasi un «caso di scuola». All’angolo è attivo da qualche anno un ristorante con cibo e pizza take away. Poi si è aggiunto il bar Frulalà.

Adesso, di recente un ’osteria a un lato del sotoportego. Infine, lunedì ha aperto il nuovo ristorante pizzeria della catena Farini.

Proprio in mezzo c’è la calle che porta alla sede di Italia Nostra, l’associazione per la tutela del Territorio che da anni si batte contro la trasformazione della città in un grande luna park. «Denunciamo questa situazione che sottrae spazio ai residenti e moltiplica i luoghi dell’offerta turistica», dice Cristina Romieri. Nuovo bar-ristorante, dunque. Nonostante gli annunci del Comune e le delibere che dovrebbero frenare l’apertura sempre più frequente di attività di questo tipo.

«Si tratta di domande presentate prima dell’entrata in vigore delle nuove delibere», rispondono agli uffici del Commercio-Edilizia privata.

Gli ultimi provvedimenti riguardano la moratoria per tre anni di negozi di cibo e bar nel centro storico. Il divieto di trasferire attività nelle zone tutelare di Rialto e dell’area marciana. Ma l’invasione non si ferma.

Al posto degli attuali ristoranti c’era fino a poco tempo fa una banca. Che ha smantellato gli uffici e venduto alla catena alimentare. Dal Comune è arrivato l’ennesimo cambio d’uso, che neanche sempre è necessario dopo la legge Bersani che aveva introdotto la liberalizzazione delle licenze.

Offerte turistiche che si moltiplicano. In Strada Nuova davanti ai piccoli bar appena aperti sono già comparsi sedie e tavolini per il nuovo plateatico. Nei «Pianini» approvati dalle ultime due amministrazioni era già prevista l’introduzione di sedie e tavolini sul suolo pubblico negli spazi allora liberi, davanti a negozi di abbigliamento e altro. Tutti spariti in nome del turismo.

Un caso limite è quello di Fondamenta degli Ormesini, diventata ornai la nuova area «Movida» della città dopo Santa Margherita e di fondamenta della Misericordia a Cannaregio. Serie ininterrotta di bar e ristoranti, offerta 24 ore su 24.

Strada Nuova e Lista di Spagna seguono l’esempio. La superficie di suolo pubblico occupata da sedie e tavolini è aumentata. Il plateatico c’è perfino a piazzale Roma, sotto lo spigolo del «cubo» dell’hotel Santa Chiara, all’uscita dei vaporetti, di proprietà del presidente dell’associazione Esercenti Elio Dazzo.

Una protesta per il moltiplicarsi di esercizi pubblici e il dilagare di sedie e tavolini ovunque è stata espressa da Andrea Martini, presidente della Municipalità di Venezia. «Adesso basta», dice. E non ci sono soltanto i bar. Ma negozietti e magazzini trasformati in depositi bagagli oppure in distributori d denaro tipo Bancomat. O, ancora, in lavanderie e distributori automatici di bibite. Il brutto delle metropoli applicato senza freni alla città storica più bella del mondo. —

A.V.

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