In bicicletta da Treviso a Jesolo

Trecento appassionati hanno inaugurato l’ultimo tratto della Greenway del Sile

JESOLO. Con una primavera così non c’è notizia migliore di una bellissima e lunga pista ciclabile capace di arrivare dalla città alla spiaggia. Certo, non sempre un percorso idilliaco perché qualche convivenza con la strada carrabile ancora c’è, ma di sicuro un’occasione unica per appassionati, famiglie e perfino turisti.

Ieri a tagliare il nastro dell’ultimo tratto della Greenway del Sile da Portegrandi a Caposile sono stati oltre trecento ciclisti, in buona parte trevigiani radunatisi a metà mattina nella piazza di Roncade da cui è partita la lunga pedalata sulla sponda del Sile prima, e lungo la Laguna poi.

È stata la prima inaugurazione della gente, degli amanti della bicicletta, non delle autorità che avevano fissato il taglio del nastro per venerdì scorso e hanno rinviato all’ultimo l’appuntamento con sonoro disappunto della Fiab che per ieri aveva già organizzato la prima carovana lungo il percorso. «Abbiamo deciso di partire ugualmente», raccontava nel primo pomeriggio di ieri Luciano Renier, l’organizzatore, «era da dieci anni che aspettavamo questo momento e come amanti della bicicletta avevamo voglia di godercelo subito». Parlava da Eraclea, erano le 15. Con la carovana infatti avevano prima raggiunto Caposile; poi proseguito fino a Jesolo lungo il recente percorso ciclabile che costeggia la Laguna nell’area di Valle Drago fiancheggiando la strada secondaria che molti percorrono in auto e in motorino per evitare le code della Trevisomare; e poi avevano proseguito risalendo la costa.

Questa l’occasione più unica che rara: un percorso lungo e tranquillo capace di accompagnare tutti (è pianeggiante e ciclabilissimo) fino al mare. L’ultimo tratto, quella da Jesolo paese alle spiagge, è più urbano, ma il viaggio che si vive prima ha scorci impagabili.

Il tratto Portegrandi-Caposile di fatto rappresentava il tassello mancante della Greenway che l’anno scorso con il completamento del tratto Casier-Casale e la realizzazione delle passerelle aveva aperto al pubblico un viaggio lungo il Sile fino a Portegrandi subito affollatissimo. «Manca un po’di arredo urbano», dice il rappresentante della Fiab, «qualche panchina e qualche tavolino, ma contiamo arrivi. Intanto c’è solo da godersi la pedalata». Nota storica, il tratto realizzato oggi corre lungo la grandiosa opera di deviazione del Sile fatta per salvare la Laguna dall’interramento, il cosiddetto Argine S.Marco.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia